Mauro Icardi: storia di un Capitano mai amato

Non bastano gol e vittorie per sancire un perdono

Mauro Icardi

Mauro Icardi Capitano dell'Inter

Due volte capocannoniere a 25 anni, già fra i migliori dieci realizzatori nella storia dell’Inter: tutto questo non basta e forse mai basterà a Mauro Icardi per catturare l’amore e la stima dei suoi tifosi, di quelli della Nord almeno. E tutto ha una genesi ben precisa, era un Sassuolo-Inter di qualche anno fa, la storia non rimase nota per un po’, fino a quando l’argentino di origini italiane decise di scrivere un libro in cui raccontava tutto.
Pagine dove attaccava duramente la parte più calda del tifo nerazzurro, incrinando un rapporto che mai più si sarebbe ricucito. Dopo quell’uscita sbagliò un rigore contro il Cagliari, ma nonostante si sarebbe fatto perdonare alla grande e a suon di gol, nulla più sembrava e sembra tutt’oggi poter ripristinare il rapporto fra le parti. Anche ora che porta stabilmente la fascia di Capitano al braccio, non c’è gol nel derby o contro la Juve che tenga, nemmeno quelli decisivi a Barcellona e Tottenham, nemmeno la voglia manifestata e reale di restare a Milano nonostante manchino i titoli e da ieri, anche la Champions League.
Tutto ciò non sembra poter scatenare il perdono della Nord nei confronti di Icardi. Una curva che ha sempre diffidato chiunque allo stadio da intonare il nome del numero nove, che non ha mai applaudito o incoraggiato il suo massimo rappresentante in campo, nonostante sia l’unico degno dell’Inter passata, colma di successi ma oggi di incompiuti. Un astio che va’ ben oltre i meriti sportivi, oggettivamente riconoscibili nel bomber albiceleste.
Che anche quest’anno è partito bene, per trovare la tripletta personale in qualità di Re dei Bomber. Tra i favoriti assoluti per la conquista del titolo di capocannoniere, trova quest’anno la concorrenza peggiore possibile, quella di Cristiano Ronaldo, però distante appena 2 reti nonostante le 3 partite in meno giocate da Maurito. Otto le realizzazioni di Icardi, a meno tre dal bomber che non ti aspetti, quel Piatek a quota 11 e fermo su azione da due mesi, ma capace di realizzare le ultime due marcature su rigore.
Una folta schiera di bomber resta comunque in agguato per un titolo mai conquistato, come Mertens e Dybala, quest’ultimo decisamente in difficoltà. O per chi vuole riuscirci ma non più in coabitazione, come Immobile: infine Higuain e Dzeko, fra i più in difficoltà nell’ultimo periodo ma bomber di razza che mai possono escludersi dalla lotta. Fino a quelli nostrani, come un Insigne che giovamento ha trovato dal cambio di ruolo con Ancelotti, a un Belotti a caccia di riscatto dopo l’ultima stagione e mezza negativa, cercando di dimostrare che quello di due anni fa non fu un exploit occasionale.
Icardi resta il giocatore più amato e odiato dei giorni nostri, soprattutto fra i tifosi nerazzurri. Quando l’Inter perde è il primo responsabile, quando segna torna ad essere un fenomeno per tutti, ma mai veramente apprezzato.
Lui continua a dichiarare fedeltà e amore, nonostante non sia ricambiato: sarà sempre così?