«La strada non è il palcoscenico, il sedile di una macchina non è il divano, Andrea è morto su quella strada; dovete rispettare le regole»

“Mai più vittime su strada”, Elisabetta Cipollone, interpreta sé stessa nella Campagna di sensibilizzazione Sicurezza Stradale del Comune di Parabiago per la regia dell’assessore Barbara Benedettelli. Guarda il cortometraggio.

«Riuniti al di là dei ruoli e delle idee politiche, per la Sicurezza Stradale»

Elisabetta Cipollone, la mamma di Andrea De Nando, vittima della strada a 15 anni, mentre a Peschiera Borromeo, il 29 gennaio 2011, rientrava a casa dall’oratorio, insieme al fratello gemello Cristian, ha collaborato alla realizzazione di un commovente e riuscito cortometraggio presentato il 15 novembre, Giornata mondiale in memoria delle vittime della strada. Una clip di 12 minuti dove, fra gli altri protagonisti, Elisabetta ripercorre quel tragico momento, e attorniata da numerosi ragazzi lancia un monito: «Ragazzi la strada non è un palcoscenico il sedile di una macchina non è il divano di casa vostra, Andrea è morto su quella strada, io ho perso un figlio, di 15 anni sotto gli occhi del suo fratello gemello. Dovete rispettare le regole».

Il cortometraggio “Mai più Vittime su strada”, realizzato dall'Amministrazione Comunale di Parabiago e promosso dagli Assessorati alla Sicurezza e alla Cultura, è stato pensato per arrivare a tutti nella Giornata mondiale per il ricordo delle Vittime della strada, nonostante le misure Covid. Il cortometraggio è dedicato ad Andrea de Nando, Bianca Ballabio, Pietro Calogero e tutte le Vittime della strada. Il messaggio di fondo è questo: Non sono “incidenti” quando (oltre il 90% dei sinistri) si sceglie di non osservare una regola del Codice della Strada o non si è attenti alla guida di un qualsiasi mezzo di trasporto. Un mezzo di trasporto è una potenziale arma che può cambiare, per sempre, più vite: quella di chi resta gravemente ferito e ne esce con un handicap, quella di chi muore e dei propri cari, quella di chi lo scontro lo provoca. Dalla fiction alla realtà: nel finale il Sindaco di Parabiago Raffaele Cucchi, l'Assessore alla Sicurezza e alla Cultura Barbara Benedettelli e il Comandante della Polizia Locale Maurizio Morelli danno il loro messaggio, invitando a seguire le regole del Codice Stradale e ricordano che non rispettarle è una forma di violenza. Uniti a loro alcuni familiari di Bianca e Pietro, i loro amici, la mamma di Andrea e parte della Giunta e del Consiglio Comunale, riuniti al di là dei ruoli e delle idee politiche, per la Sicurezza Stradale e la tutela della vita.

«Non rispettarle è una forma di violenza»

La scena finale si svolge nella Piazza del Comune. Ognuno ha davanti a sé un telo bianco macchiato di rosso steso sull'asfalto, simbolo delle morti su strada. Mentre il drone sale riprendendo la scena dall'alto, quel telo viene raccolto e stretto in pugno. Lo sguardo al cielo, per ricordare le persone scomparse. Sotto i teli resta una x, un segno di cancellazione, perché non vi siano “mai più Vittime su strada”. Due teli restano lì, stesi a terra, l’obiettivo dell’Amministrazione comunale non è utopico. Una minima percentuale di sinistri è purtroppo inevitabile, in quanto dovuta al caso. L'obiettivo è invece quello di eliminare gli scontri dovuti all'imprudenza, all'inciviltà e alla mancanza di rispetto delle regole e della vita.

La sceneggiatura del cortometraggio, è scritta dall'Assessore Barbara Benedettelli, che da anni è accanto ai familiari delle Vittime della strada ed è anche Vicepresidente dell'Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, volutamente viaggia tra finzione e realtà. Da una parte il Comando di Polizia Locale che dà il senso di realtà, dall'altra il teatro, che all'inizio è mera scena, ma alla fine diventa proprio il luogo in cui la realtà si rivela in maniera netta. Si scopre che gli attori non sono attori, ma persone coinvolte per davvero in modo diverso nelle quotidiane stragi della strada.
NOTA
La parola Vittime è sempre rappresentata con la V maiuscola, per dare a chi lo è davvero dignità.

Guarda il cortometraggio “Mai più Vittime su strada”