Investimenti, l’importanza dell’orizzonte temporale e la gestione delle emozioni

Nel mondo degli investimenti non sono solo i numeri a farla da padroni. Sembrerà strano, se pensiamo che tutto o quasi si basa su percentuali, statistiche, dati oggettivi, intuizioni fondate comunque su parametri quantificabili.

Investire

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Nel mondo degli investimenti non sono solo i numeri a farla da padroni. Sembrerà strano, se pensiamo che tutto o quasi si basa su percentuali, statistiche, dati oggettivi, intuizioni fondate comunque su parametri quantificabili. In realtà, una componente molto importante per la riuscita di un investimento è rappresentata dalle emozioni. Fenomeni psichici di derivazione esogena, le emozioni sanno indirizzare decisioni in maniera equipollente rispetto alla razionalità, costituendo sovente il fattore che marca la differenza tra una buona scelta ed un errore madornale.

Vale per i grandi investitori, vale ancora di più per i piccoli risparmiatori. Se i primi possono permettersi di far leva tanto sulle loro capacità acquisite con l’esperienza e la conoscenza, quanto su capitali decisamente più robusti e in grado di non crollare a fronte delle prime avversità, ai secondi spetta invece la parte più ostica, quella di guadagnare partendo da basi più modeste. Anche con portafogli da 100.000€, ad esempio, il ritorno non è affatto faraonico, ed il rischio è sempre dietro l’angolo. Che fare? Una buona soluzione, sempre consigliata, è quella di lasciarsi guidare dagli esperti. Non è sufficiente, tuttavia, per dormire sonni tranquilli. Tutti sbagliano, e mantenere gli occhi vigili è la regola aurea del mondo della finanza. Occorre avere orizzonti lunghi e sangue freddo, mantenendo sempre fermo lo sguardo su ciò che ci aspettiamo dai nostri investimenti. E’ proprio qui, dove i numeri lasciano spazio alle capacità emotive e la ragione compie un parziale passo di lato, che si gioca la partita più complessa.

Ci sono emozioni che vanno assolutamente evitate quando si tratta di investimenti. La paura, ad esempio, è una di quelle. La prudenza verso una strategia può rappresentare un’arma difensiva importante, ma se si accetta il gioco, non si può andare oltre questo tipo di approccio. Lo scoramento è un’altra reazione emotiva che va assolutamente respinta. Con una buona diversificazione, nessun investimento si trasforma in un all-in, lo spazio per tornare in pista non manca mai. D’altro canto, vanno evitate le situazioni emotive opposte. No all’avidità, si rivela sempre un’arma a doppio taglio. Se si è fissato un target, quello va mantenuto, senza cercare di strafare. I mercati danno seconde chance, ma se puniscono, lo fanno duramente. Via anche l’orgoglio, se un investimento è sbagliato, è sbagliato, inutile insistervi oltremodo. Da matita rossa anche quello che viene definito “effetto gregge”. Qualcosa di simile è accaduto con le cryptovalute. Si percepisce una certa moda del momento, si viene a sapere che tutti stanno puntando forte su un determinato asset. Il timore di rimanere esclusi ci porta a seguire le scelte degli altri. Risultato: rischio bolle speculative a parte, in genere si arriva troppo tardi per ottenere i guadagni sperati. Regola da seguire: se non si è abbastanza solidi, quando un investimento diventa troppo chiacchierato, meglio guardare altrove. Le occasione, d’altronde, non mancano mai.

L’aspetto che va compreso più di tutti è che le emozioni ci guidano, ed è del tutto inutile provare a metterle tra parentesi, confidando nel fatto che la razionalità possa sempre costituire il nostro baluardo. Non è così. Allora, meglio sapere da quali emozioni guardarsi.

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