Città metropolitana di Milano, approvato il bilancio, assicurato il pareggio, Veneroni: «Elevato il contributo alla finanza pubblica»

L’ente si è avvalso della facoltà prevista dalla Legge di bilancio n. 197/2022, di utilizzare la quota libera dell'avanzo di amministrazione - in via eccezionale e limitatamente all'anno 2023 - per conseguire il pareggio finanziario di parte corrente, per un totale di 10.644.495,22 euro

È stato approvato, nella seduta consiliare di lunedì 31 luglio, il bilancio 2023-2025 della Città metropolitana di Milano, dopo l’adozione, avvenuta in aula il 26 luglio, e il passaggio in Conferenza metropolitana, giovedì 27 luglio, per il parere dei Comuni. Quest’anno la Città metropolitana di Milano chiude il bilancio previsionale nei tempi di legge (15 settembre) nonostante le grandi difficoltà legate al quadro macroeconomico congiunturale complicato: alta inflazione, aumento dei costi energetici e delle materie prime, effetti della pandemia.

«Nonostante le grandi difficoltà che, come Città metropolitana, riscontriamo nella definizione del bilancio, quest’anno arriviamo all’approvazione nei tempi di legge, assicurando il pareggio nel triennio– afferma il consigliere delegato al Bilancio e Patrimonio, Dario Veneroni - Non dimentichiamo che, anche quest’anno, circa il 50% delle entrate tributarie va allo Stato quale contributo alla finanza pubblica. Sono tanti i sacrifici di tutta la macchina per conseguire questo risultato. Voglio quindi ringraziare tutti i funzionari e le funzionarie, oltre ai dirigenti e alle dirigenti, per il grande lavoro svolto».

Bilancio 2023

Nel 2023, entrate e uscite pareggiano a 1.104 milioni di euro. Le entrate correnti ammontano complessivamente a 396,1 milioni di euro (35,9%), le entrate in conto capitale a 371,8 milioni di euro (33,7%). Il pareggio finanziario è garantito anche dal Fondo pluriennale vincolato (risorse degli anni precedenti che finanziano spese esigibili nel 2023) per 128,8 milioni di euro e dall'avanzo di amministrazione rilevato nel Rendiconto 2022, applicato per 116,9 milioni di euro. Sul fronte delle entrate correnti, le entrate tributarie sono pari a 220,5 milioni di euro; principali tributi sono l'imposta sull'assicurazione RC auto (46,7%), l'imposta per le trascrizioni della compravendita dei veicoli al PRA Ipt (43,1%) e il tributo provinciale per le funzioni di tutela, protezione e igiene dell'ambiente Tefa (10,2%). I trasferimenti dello Stato ammontano a 24,3 milioni di euro: finanziamento dei piani della sicurezza (10 milioni); ristoro di maggiori spese energetiche (5,1 milioni di euro). I trasferimenti da Regione e altri enti locali ammontano a 47 milioni di euro, principalmente finalizzati alle politiche del lavoro ed al sostegno ai disabili. Infine, i proventi da attività di controllo e repressione delle irregolarità sono pari a 76,1 milioni di euro (entrate extratributarie). Le spese correnti sono destinate per circa il 37% a funzioni di staff, di gestione del patrimonio ed all'ufficio tecnico; per il 44,3% alle funzioni istituzionali e delegate; per il 3,8% agli interessi sul debito; per il restante 14,9% agli accantonamenti (FCDE, fondi rischi, fondo di riserva). Tra le spese correnti dedicate alle missioni dell'Ente spiccano quelle per i trasporti e la mobilità (13,4%), per l'istruzione ed il diritto allo studio (12,7%), per i diritti sociali, politiche sociali e famiglia (7,1%) ed infine per le politiche del lavoro e la formazione professionale (6,2%). Sulle spese incidono in modo significativo i maggiori costi dei materiali e dell'energia, nonché l'incremento dei tassi di interesse. Nel 2023 è previsto un leggero incremento delle spese di personale per far fronte al turnover del 2022 e dell’anno corrente: sono previste 35 assunzioni (tra cui 2 dirigenti), mentre non sono previste ulteriori assunzioni nel 2024 e 2025. Nel 2023 il contributo netto alla finanza pubblica, sotto forma di trasferimenti allo stato, assorbe il 49,3% delle entrate tributarie ed è pari a complessivi 108,7 milioni di euro. Le spese di investimento in corso e da avviare nel 2023 ammontano a 536,6 milioni di euro. La loro destinazione per missione di bilancio, per l’esercizio 2023, è così suddivisa: Trasporti e diritto alla mobilità (69,0%), Istruzione e diritto allo studio (17,3%), l'Assetto del territorio ed edilizia abitativa (4,9%). Gli importi stanziati per progetti PNRR nel 2023 sono pari a 117,5 milioni. Anche in questo Bilancio non è prevista la contrazione di nuovo debito.

La manovra su entrate ed uscite per il 2023 non è risultata sufficiente a coprire le maggiori spese correnti di carattere straordinario derivanti in particolare dal caro energia. L’ente si è avvalso della facoltà prevista dalla Legge di bilancio n. 197/2022, di utilizzare la quota libera dell'avanzo di amministrazione - in via eccezionale e limitatamente all'anno 2023 - per conseguire il pareggio finanziario di parte corrente, per un totale di 10.644.495,22 euro.

Nel 2024 e 2025, sul fronte delle entrate tributarie, si ipotizza una graduale incremento. Dal lato delle spese è previsto un contenimento delle spese energetiche (riduzione prezzi di mercato e dei consumi) ed in generale si evidenzia una diminuzione delle spese correnti di natura ricorrente (per il personale non sono previste assunzioni, a fronte di 40 cessazioni). In base agli scenari attuali, nell’esercizio 2024 il pareggio di bilancio verrà conseguito senza ricorrere a norme derogatorie.

Nel 2025, invece, si concluderà l’erogazione da parte dello Stato del contributo annuo di 10 milioni di euro per i piani della sicurezza delle infrastrutture stradali e degli istituti scolastici. Inoltre si interromperanno i benefici derivanti dalla rinegoziazione dei mutui con Cassa Depositi e Prestiti e Città Metropolitana approvata dal Consiglio metropolitano nel corso del 2022, che ha interrotto la restituzione delle quote capitale del debito fino a metà 2024

Per conseguire il pareggio di bilancio di parte corrente nel 2025, Città Metropolitana di Milano dovrà fare ricorso alla misura prevista dalla Legge di bilancio 2018, in base alla quale gli enti locali possono utilizzare i proventi derivanti dalle alienazioni patrimoniali per finanziare le quote capitali dei mutui o dei prestiti obbligazionari in ammortamento nell'anno, per un totale di 9.354.672 euro.