Il Comune di Milano dimentica di porre una corona al cippo commemorativo della strage di Nassiriya avvenuta il 12 novembre 2003

Lo denuncia l'ex vice Sindaco di Milano e assessore regionale alla sicurezza, immigrazione e polizia locale, Riccardo De Corato in occasione del 17° anniversario dall’attentato di Nassiriya

Riccardo De Corato presso il cippo alla memoria dei Caduti Di Nassiriya

Riccardo De Corato presso il cippo alla memoria dei Caduti Di Nassiriya

 Milano, 12 novembre 2020 – «Come ogni anno, oggi, in occasione del diciassettesimo anniversario dell’attentato, ho deposto un mazzo di margherite bianche sul cippo commemorativo al parco Caduti di Nassiriya nel quartiere Gallaratese di Milano. Non dimenticherò mai il senso di impotenza che provammo noi italiani il 12 novembre del 2003 di fronte alla notizia del tragico avvenimento. Nel 2009, quando ricoprivo la carica di vice Sindaco di Milano, proposi l'intitolazione e poi inaugurai l'area dedicandola alla memoria delle 19 vittime italiane dell’attentato, delle quali 12 carabinieri, 5 militari e 2 civili. Oggi, alle 16.30, al cippo commemorativo non ho trovato nemmeno un fiore. Risaltava, però, la corona di alloro ormai secca, probabilmente deposta lo scorso anno. È vergognoso che il Comune di Milano si sia dimenticato di commemorare questi eroi deceduti nel corso di una missione di pace!». È il commento dell’ex vice Sindaco di Milano e assessore regionale alla sicurezza, immigrazione e polizia locale, Riccardo De Corato in occasione del 17° anniversario dall’attentato di Nassiriya.

Il Comune di Milano dal canto suo ha commemorato l'anniversario della strage deponendo una corona alla stele posata nel 2018, nei giardinetti accanto al mausoleo dei caduti di piazza Sant'Ambrogio.
Alla cerimonia erano presenti la Vicesindaco del Comune di Milano Anna Scavuzzo, il Viceprefetto Vicario di Milano Natalino Manno, il Gen. C.A. Luigi Miglietta, Comandante del Corpo d’Armata di Reazione Rapida della NATO a guida italiana, per l’Esercito Italiano, e il Gen. B. Roberto Boccaccio, Capo di Stato Maggiore del Comando Interregionale Carabinieri “Pastrengo”, per l’Arma dei Carabinieri regista.

La corona deposti dal Comune

La corona deposti dal Comune

Il 12 novembre 2003, alle 10.40 ora locale (le 8.40 in Italia), un’autocisterna carica di tritolo e di liquido infiammabile forzò l’entrata della base Maestrale, presidiata dai carabinieri italiani: i due uomini a bordo fecero esplodere una bomba. La deflagrazione, con un effetto domino, fece saltare in aria il deposito munizioni. E spezzò 28 vite, quelle di 9 iracheni e di 19 italiani: 12 carabinieri, 5 militari dell’esercito e due civili, un cooperatore internazionale e un regista, Stefano Rolla, impegnato con la sua troupe nelle riprese di uno sceneggiato sulla ricostruzione del paese. 58 furono i feriti. Fu il più grave attacco subito dall’esercito italiano dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Questo l'elenco delle vittime di quell'attentato: i carabinieri Massimiliano Bruno, maresciallo aiutante; Giovanni Cavallaro, sottotenente; Giuseppe Coletta, brigadiere; Andrea Filippa, appuntato; Enzo Fregosi, maresciallo luogotenente; Daniele Ghione, maresciallo capo; Horacio Majorana, appuntato; Ivan Ghitti, brigadiere; Domenico Intravaia, vice brigadiere; Filippo Merlino, sottotenente; Alfio Ragazzi, maresciallo aiutante; Alfonso Trincone, maresciallo aiutante; i militari dell'Esercito Massimo Ficuciello, capitano; Silvio Olla, maresciallo capo; Alessandro Carrisi, primo caporal maggiore; Emanuele Ferraro, caporal maggiore capo scelto; Pietro Petrucci, caporal maggiore; i civili Marco Beci, cooperatore internazionale, e Stefano Rolla, regista.
I volti dei 17 caduti italiani

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