L’Italia chiamò, 18 ore di diretta streaming con artisti, scienziati e volti noti della tv e dello spettacolo per stare insieme anche se lontani

Dalle 6 alle 24 di venerdì 13 marzo, “L’Italia Chiamo” è lo specchio di un Paese che si ferma ma non molla

La più lunga maratona web in live streaming della storia italiana, 18 ore ininterrotte di diretta. È così che il Bel paese ha scelto di rispondere alle drammatiche giornate di monotonia e inattività forzata necessarie per provare ad arginare il contagio da Covid-19. Il ritmo della vita quotidiana cambia inevitabilmente, per tutti o quasi. A scandire le routine giornaliera non è più l’orario di lavoro in ufficio né quello delle partite di calcio, con la Serie A – e lo sport in generale - ferma e lo smart working ormai una realtà concreta per milioni di italiani. Si cambia, dunque, e ognuno reagisce come può. Unico punto fermo la conferenza stampa delle 18 trasmessa a reti pressoché unificate dalla sede della Protezione Civile, macabro – quanto necessario – rituale quotidiano durante il quale Angelo Borrelli mette gli italiani a conoscenza dei numeri di contagiati, deceduti e guariti: +2230 contagi, +189 decessi, molti anche i guariti, tot mascherine consegnate, tot letti e postazioni di terapia intensiva approntate… e così via. 

Ma gli italiani hanno scelto di non fermarsi a questo. Ci si arrangia come si riesce e anche artisti, musicisti, cantanti, scienziati e personalità varie cercano di rendersi utili, ognuno a modo proprio. È da questa idea che nasce “L’Italia Chiamò”, risposta decisa a questo momento traumatico, che forse passerà alla storia come la stagione più buia del nostro secolo, a cui purtuttavia non bisogna soggiacere. Nelle 18 ore di diretta si susseguono oltre 100 protagonisti, da Fiorello a Renzo Arbore, da J-AX a Alberto Angela: tutti hanno un messaggio da lanciare agli italiani: guai ad arrendersi! Si trasmette in streaming su diverse piattaforme (YouTube la più nota) e molti siti di quotidiani e agenzie stampa. Ci sono anche giornalisti e attori, presentatori e deejay, medici e scrittori. 

Le strade delle città italiane sono quasi deserte ma la Nazione dimostra di non voler cedere; ecco dunque che sui balconi delle case spuntano striscioni di incoraggiamento e incitamenti a non mollare. Ci sono i disegni dei bambini appesi e le bandiere che sventolano, accarezzate da un leggero vento che accompagna le tiepide giornate primaverili. Alcuni escono sui terrazzi delle proprie abitazioni e, abbracciati idealmente ma senza toccarsi, intonano l’Inno di Mameli. C’è chi dice di aver udito anche altre melodie, dalla ormai popolarissima trap a miti indelebili della storia della musica italiana: tra questi non può mancare Volare di Domenico Modugno. “L’Italia Chiamò” è anche l’occasione per invitare coloro che ne hanno la possibilità a fare una donazione a sostegno della ricerca sul Covid-19 e delle strutture e delle persone che quotidianamente affrontano vis-à-vis l’emergenza, personale sanitario in primis.

L’Italia è in ginocchio, è innegabile. Ma si rialzerà presto, forse più forte di prima e più consapevole dei propri mezzi. “L’Italia Chiamò”, allora, a noi piace intenderla come un gigantesco abbraccio, un girotondo di 60 milioni di persone che, seppur a distanza, si tengono strette nella promessa di continuare a combattere senza arretrare di un millimetro.

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Il bellissimo video girato e pubblicato dall'Aeronautica militare