Maimeri, futuro incerto a Mediglia: i lavoratori proclamano sciopero

Dichiarato lo stato di agitazione: il 27 marzo fermo dell’intero turno. Sindacati in pressing sulla direzione aziendale per salvare sito e 48 posti di lavoro

Lo stabilimento della Maimeri a Bettolino di Mediglia

Lo stabilimento della Maimeri a Bettolino di Mediglia

Mediglia (MI) – Cresce l’allarme tra i lavoratori dello stabilimento Maimeri di Mediglia. A seguito di un incontro svoltosi giovedì 13 marzo 2025 presso la sede dell’azienda, tra la direzione di Maimeri/Fila, la rappresentanza sindacale e le sigle FILCTEM CGIL e FEMCA CISL, è emersa una situazione critica che ha portato alla proclamazione dello stato di agitazione e di uno sciopero programmato per giovedì 27 marzo. La mobilitazione riguarderà l’intero turno lavorativo.

Scenario preoccupante e risposte insufficienti

Durante l’incontro, che segue altri due tavoli avvenuti nel corso del 2024, la direzione ha nuovamente evidenziato le difficoltà economiche in corso, ribadendo l’andamento negativo dell’azienda. In particolare, è stato annunciato che entro il 31 dicembre 2025 verrà presa una decisione definitiva sul futuro dello stabilimento di Mediglia. Una dichiarazione che ha generato forte apprensione tra i dipendenti, già messi in allarme dall’assenza di segnali positivi nei dati e nelle previsioni di vendita.

A preoccupare ulteriormente è la mancanza di un piano strategico chiaro da parte della dirigenza. Secondo quanto emerso dall’assemblea che ha fatto seguito all’incontro con la direzione, i lavoratori si sono detti estremamente preoccupati per l’incertezza che grava sul sito e hanno deciso di reagire collettivamente con un’azione concreta.

A rischio 48 posti di lavoro

Sono 48 i lavoratori coinvolti in questa vertenza. Si tratta di persone che da anni operano con competenza e dedizione in uno stabilimento storico per la produzione di materiali artistici, marchio di eccellenza del made in Italy. La possibilità di una riduzione drastica della produzione o, peggio, della chiusura dell’impianto, mette a repentaglio non solo posti di lavoro ma anche competenze e professionalità difficilmente replicabili.

«Vogliamo chiarezza sul futuro del sito»

Nel comunicato sindacale congiunto, FILCTEM CGIL Milano e FEMCA CISL hanno espresso pieno sostegno ai lavoratori e richiamato l’azienda alle proprie responsabilità: «I lavoratori chiedono risposte più chiare e tempestive riguardo al futuro del sito e invitano l’azienda ad adottare tutte le misure e strategie necessarie per evitare una drastica riduzione della produzione o una possibile chiusura dell’impianto di Maimeri».

L'obiettivo dichiarato è quello di sensibilizzare la direzione affinché si impegni in modo concreto per garantire la continuità produttiva e tutelare l’occupazione. La scelta dello sciopero, spiegano i rappresentanti sindacali, è frutto di un’esasperazione crescente, alimentata da mesi di attese e incertezze.

Una vertenza che coinvolge il territorio

La possibile chiusura del sito Maimeri di Mediglia rappresenterebbe un duro colpo non solo per i dipendenti coinvolti, ma anche per il tessuto economico e sociale del territorio. Lo stabilimento, noto per la produzione di materiali artistici di alta qualità, costituisce infatti un punto di riferimento occupazionale e produttivo. E oggi, con 48 famiglie in bilico, l’intera comunità guarda con attenzione agli sviluppi della situazione.

In questo contesto, i sindacati chiedono anche alle istituzioni locali e regionali di vigilare attentamente sulla vertenza e di farsi promotrici di un tavolo di confronto utile a scongiurare scenari irreversibili.

Verso lo sciopero del 27 marzo

La giornata di mobilitazione prevista per il 27 marzo sarà un banco di prova fondamentale per capire quale sia il grado di compattezza dei lavoratori e la disponibilità dell’azienda a rivedere le proprie posizioni. Nel frattempo, lo stato di agitazione resta confermato e il fronte sindacale si dice pronto a proseguire con ulteriori iniziative nel caso in cui non dovessero arrivare risposte concrete e tempestive.

Una richiesta di responsabilità

La partita è tutt’altro che chiusa. Le organizzazioni sindacali insistono: «Il sindacato e i lavoratori rimangono fermi nella richiesta di un impegno concreto da parte dell’azienda per garantire la stabilità e il futuro del sito e dei posti di lavoro». Una richiesta legittima, in un contesto in cui la dignità del lavoro e la salvaguardia dell’occupazione non possono più attendere.