Sui terreni di Ca’ del Lambro si semina ancora: il Comune manda la polizia locale

Sebbene la “terra dei fuochi” del Sudmilano sia sotto sequestro da tempo, accertato il suo pesante livello di inquinamento, il proprietario del fondo avrebbe lavorato i terreni. Presentato un esposto alla Procura

Blitz della polizia locale nei giorni scorsi presso il sito contaminato di Ca’ del Lambro, a Mediglia, posto sotto sequestro per il possibile rischio sanitario ad essa connesso. Pare infatti che il titolare dell’azienda agricola, nonostante il divieto a coltivare ed alimentare il bestiame, abbia lavorato una parte dei terreni. «Paolo Bianchi, sindaco di Mediglia – rende noto l’Associazione per il Parco Agricolo Sudmilano Onlus - , è rimasto basito per la telefonata giuntagli da parte del proprietario del fondo agricolo Ca’ del Lambro,  il quale chiedeva di dissequestrare almeno in parte l’area, da lui ritenuta troppo ampia e che gli impediva di coltivare. Il primo cittadino gli ha risposto che non dipendeva da lui, allora il titolare gli ha fatto notare che aveva chiamato l’Asl (genericamente) e che la stessa gli aveva suggerito di rivolgersi al sindaco. Paradossale! Bianchi ha quindi fatto intervenire la polizia locale per effettuare una verifica e, a quanto pare, l’area sarebbe stata seminata». Alla luce di ciò, l’Ente medigliese ha deciso di presentare un nuovo esposto alla Procura della Repubblica ed ha contestualmente informato la Città Metropolitana.  «Ricordiamo – aggiunge la Onlus - che nel 2017 sono state effettuate, dietro richiesta del Comune, approfondite analisi dei terreni che hanno confermato quanto velenosa fosse l’area. Nell’aprile dello scorso anno si è tenuto un incontro con la Regione per iniziare a capire dove trovare i fondi necessari per la bonifica, stimati in circa 8-10 milioni». Intanto si è svolta in Comune a Mediglia la conferenza di servizi per esaminare il tema della bonifica, le cui tempistiche sono però ancora tutte da definire.
Redazione Web 

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