Dalla “ex chimici” di Rogoredo al Fuorisalone

La palazzina “ex chimici” di Rogoredo è un bel manufatto degli anni Trenta che giace in abbandono in mezzo all’eterno cantiere del PII Montecity. La sua destinazione d’uso è in sospeso fra le vecchie aspirazioni di convenzioni firmate e le nuove voragini dei bilanci degli enti coinvolti.

Ci siamo avventurati al suo interno, questo grazie a un’intraprendente iniziativa degli studenti del laboratorio di Restauro della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, che ne hanno fatto oggetto di studio. Quello che ha sorpreso tutti è che un edificio che si credeva tutt’al più un ricetto notturno per pochi disperati, ha rivelato invece la presenza di inquilini praticamente stanziali. I rudimentali allacciamenti abusivi alla rete elettrica, gli ordinati panni stesi sul terrazzamento del tetto non possono stemperare il degrado a cui si sono adattati questi disperati. Un degrado creato dall’abbandono, dall’unica certezza che, per tempi incalcolabili, una data porzione del territorio non avrà alcuna attenzione, né pubblica né privata.

In quella stessa settimana, la città di Milano ospitava il Salone del Mobile, assieme alle creazioni del sempre più radicato Fuori Salone. La Zona 4, nel giorno conclusivo del Salone, ha ospitato due eventi molto significativi: la festa del distretto creativo Nil 28 in via Einstein, che per l’occasione si è trasformata in “piazza” Einstein, ovvero uno spazio ridisegnato e ripensato per un coinvolgimento consapevole degli abitanti. In quello stesso luogo, ha avuto conclusione lo Zona 4 Temporiuso Bike Tour, la pedalata organizzata dal DiAP del Politecnico in collaborazione con il Comune di Milano, con l’obiettivo di far conoscere gli spazi in abbandono, che dall’incontro con giovani realtà associative e imprenditoriali potrebbero tornare a nuova vita, per periodi di tempo più o meno lunghi. Ma sufficienti a preservarli dal degrado, materiale e sociale.

Con il Salone 2012, Milano ha dimostrato di meritarsi il prestigio internazionale nel settore della creatività, intesa nel senso più ampio. Motore di questa dinamicità si sono rivelati ancora una volta tutti quei soggetti giovani che all’entusiasmo creativo uniscono una profonda competenza.

È giusto che l’amministrazione affianchi e sostenga le iniziative di chi può offrire alla città una competenza disinteressata. Non occorre costruire ex novo la Milano del futuro: essa è già presente, nel suo patrimonio trascurato. I soli volumi che le servono sono quelli delle idee capaci di farlo rivivere.

Alessandro Nardin