Il Comune di Milano vuole insediare il Centro Sociale Leoncavallo in Corvetto, una zona già problematica, cosa dovrannno aspettarsi i residenti?

L'introduzione di un centro sociale con una storia di attivismo politico e culturale potrebbe infatti esacerbare le tensioni esistenti, anziché contribuire alla pacificazione del quartiere

Immagine dal sito web del Leoncavallo

Immagine dal sito web del Leoncavallo

Secondo quanto riportato dal sito web del quotidiano Il Giorno, il Comune di Milano avrebbe individuato un possibile nuovo spazio per il trasferimento del centro sociale Leoncavallo: un capannone industriale dismesso situato in via San Dionigi, nel quartiere Corvetto, nell'estrema periferia sud della città.

La questione del Leoncavallo è tornata al centro dell'attenzione dopo la sentenza della Corte d’Appello del Tribunale civile che, il 9 ottobre 2024, ha condannato il Ministero dell’Interno a risarcire con 3 milioni di euro la famiglia Cabassi, proprietaria dei capannoni di via Watteau, per il mancato sgombero del centro sociale. In questo contesto, il Comune di Milano ha intensificato gli sforzi per trovare una soluzione definitiva che soddisfi tutte le parti coinvolte.

Il nuovo spazio e le sfide da affrontare

Il capannone individuato presenta però una criticità significativa: la presenza di amianto nella copertura. Sebbene attualmente non vi siano rischi immediati di dispersione nell'aria delle fibre tossiche, è necessario un intervento di bonifica e messa in sicurezza. Il Comune, in collaborazione con i rappresentanti del Leoncavallo, sta valutando le modalità e i costi dell'operazione, con l'obiettivo di garantire un ambiente sicuro per tutte le attività future.

Un contesto sociale delicato

La scelta di trasferire il Leoncavallo nel quartiere Corvetto solleva preoccupazioni legate al contesto sociale della zona. Recentemente, il quartiere è stato teatro di tensioni e violenze in seguito alla morte di Ramy Elgaml, un giovane di 19 anni deceduto durante un inseguimento con i carabinieri. Le proteste che ne sono seguite hanno evidenziato un clima di malcontento e disagio sociale tra i residenti.

In questo scenario, l'eventuale trasferimento del Leoncavallo in un'area già segnata da tensioni sociali potrebbe essere considerato una scelta discutibile. L'introduzione di un centro sociale con una storia di attivismo politico e culturale potrebbe infatti esacerbare le tensioni esistenti, anziché contribuire alla pacificazione del quartiere.

Prossimi passi

Durante una recente riunione presieduta dal prefetto Claudio Sgaraglia, alla quale hanno partecipato esponenti e funzionari dell’amministrazione comunale, è emersa la volontà di procedere con una manifestazione di pubblico interesse per concedere lo spazio in questione. Questo permetterebbe di accelerare l'iter burocratico, richiedendo solo l'approvazione della Giunta comunale. L'obiettivo condiviso è di definire tutti i dettagli entro l'estate, evitando così l'ipotesi di uno sgombero forzato, soluzione che potrebbe generare ulteriori tensioni sociali e problemi di ordine pubblico.

È fondamentale però che le autorità considerino attentamente l'impatto sociale di tale decisione, valutando se il trasferimento del Leoncavallo nel quartiere Corvetto possa effettivamente contribuire alla riqualificazione dell'area o se, al contrario, rischi di alimentare ulteriori conflitti.