Milano commemora il XXIV anniversario della strage di via Palestro

Il 27 luglio 1993 un ordigno piazzato da Cosa Nostra uccise 5 persone e distrusse il padiglione di Arte Contemporanea

Il padiglione d'arte contemporanea sventrato dalla deflagrazione

Il padiglione d'arte contemporanea sventrato dalla deflagrazione

Sala: «Quell’evento segnò un punto di svolta per Milano»

Era la sera del 27 luglio 1993 quando l'agente di Polizia Locale Alessandro Ferrari notò la presenza di una Fiat Uno parcheggiata in via Palestro, di fronte al Padiglione di arte contemporanea, da cui fuoriusciva un fumo biancastro. L’intervento dei vigili del fuoco, subito sollecitati da Ferrari, accertò la presenza di un ordigno all'interno dell'auto. Tuttavia, qualche istante dopo, l'autobomba esplose ed uccise lo stesso agente ed i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno. Tra le vittime anche il venditore ambulante marocchino Moussafir Driss, che venne raggiunto da un pezzo di lamiera mentre dormiva su una panchina. Successivamente le indagini degli inquirenti inquadrarono la spaventosa esplosione nella scia degli attentati perpetrati da Cosa Nostra tra il 1992 ed il 1993, tra i quali figurano anche quelli che costarono la vita a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Giovedì 27 luglio 2017, a distanza di 24 anni da quella tragica notte, palazzo Marino ha commemorato quella che per Milano è stata una pagina di dolore e sgomento. «In questo luogo, 24 anni fa, la mafia ha colpito al cuore la nostra città – ha dichiarato il sindaco di Milano, Beppe Sala, nel corso della cerimonia -. In quella notte di morte ogni milanese è stato colpito: perché quella bomba uccise e ferì gente come noi, lavoratori che facevano il loro dovere e perché quella bomba distrusse il Padiglione d'arte contemporanea, colpendo la nostra cultura e la nostra storia». Nell’esprimere la solidarietà e la vicinanza dei milanesi per le vittime dell'attentato ed i loro cari, Sala ha poi aggiunto: «La strage ha provocato dolore, smarrimento e rabbia, ma ha rappresentato un punto di svolta nella storia di Milano. La città ha saputo rispondere a quell’attacco. Ha risposto come questa città sa fare: con dignità, con compostezza, ma anche con una determinazione e una intransigenza assoluta, che ha sbarrato le porte a quella cultura di morte».
Redazione Web 
Beppe Sala durante la commemorazione

Beppe Sala durante la commemorazione