Milano, “yaba, la droga della pazzia” nel negozio etnico: la Polizia di Stato arresta due persone e chiude il negozio

La capacità di creare dipendenza è tre volte quella dell’ecstasy e gli effetti possono essere paragonati a quelli dell’abuso di “crack”. Tale droga è anche denominata “droga di Hitler” o “droga della pazzia” in quanto produce effetti eccitanti, di euforia incontrollata con aumento dell’attenzione e dell’aggressivi

Nel corso dei servizi predisposti per il contrasto dello spaccio di droga nella zona di “NO.LO”, gli agenti del Commissariato Greco Turro hanno individuato un negozio etnico in via Oxilia quale possibile luogo di smercio di sostanze stupefacenti come la  metanfetamina denominata “Yaba”, diffusa tra i cittadini del Bangladesh.
Poco dopo le ore 14 del 26  maggio 2020, i poliziotti sono entrati nel negozio dove hanno trovato J.M., che ha dichiarato di essere il titolare senza essere in grado di fornire alcuna documentazione, A.M. che ha riferito di essere l’addetto alle pulizie e due clienti. Nel corso della perquisizione finalizzata a verificare l’eventuale presenza di sostanze stupefacenti, gli agenti hanno rinvenuto e sequestrato due sacchetti di marijuana da 40 grammi, bigiotteria, due orologi di valore da taschino, un’agenda contenente nomi e corrispettive cifre (che è lecito ipotizzare essere la contabilità delle somme provento di spaccio) in un beauty case. Dietro alcune scatole di generi alimentari, sotto il materasso nel piano interrato e su uno scaffale vicino alla cassa, i poliziotti hanno scovato delle bustine di plastica con 221 pillole di colore rosso, arancione e verde, delle quali alcune riportavano impresse le sigle “R” e “WY”. Le ricerche hanno permesso di individuare un pacchetto di 570 bustine vuote trasparenti con chiusura adesiva, pezzi di carta stagnola già tagliati a rettangoli e un rotolo di pellicola verosimilmente utilizzati per il confezionamento della droga. All’interno di una scarpa nel retro del negozio, inoltre, è stato trovato un pezzo di hashish del peso di 11 grammi.
Gli agenti del Commissariato Greco Turro, all’interno della cassa, spenta perché il negozio è privo di elettricità per morosità, hanno trovato1.500 euro in banconote di vario taglio. Il 40enne titolare del negozio, J.A., aveva 380 euro in contanti ed era stato scarcerato per la concessione della sospensione condizionale della pena lo scorso 28 gennaio dopo essere stato arrestato a luglio 2019 per il possesso di 505 pastiglie di yaba nel negozio. Il 36enne A.M., irregolare sul territorio, invece, ha precedenti per furti e spaccio di droga e pernotta all’interno del negozio di alimentari con il titolare.
I due clienti presenti al momento della perquisizione hanno riferito ai poliziotti di essere giunti al negozio, come in passato, per acquistare yaba dal loro fornitore al quale hanno corrisposto la cifra di 35,00 euro per l’acquisto di tre pillole e hanno anche precisato di aver consumato la sostanza, più volte, direttamente nel bagno del negozio.
La denominazione “yaba” è un’espressione gergale thailandese usata per indicare le pillole “thai”, sostanze metanfetaminiche fabbricate da “WA”: si tratta in realtà di “shaboo” con forte odore di vaniglia e le pasticche, più piccole dell’ecstasy, hanno un diametro di 6 millimetri. La capacità di creare dipendenza è tre volte quella dell’ecstasy e gli effetti possono essere paragonati a quelli dell’abuso di “crack”. Tale droga è anche denominata “droga di Hitler” o “droga della pazzia” in quanto produce effetti eccitanti, di euforia incontrollata con aumento dell’attenzione e dell’aggressività. L’abuso cronico provoca un nervosismo permanente, irascibilità e allucinazioni paranoiche che portano a un’improvvisa e incalcolabile predisposizione alla violenza, oltre a problemi di natura psichiatrica.
Oltra all’arresto in flagranza dei due uomini per la detenzione di 221 pillole di yaba, 12 grammi di haschish e 40 di marijuana marijuana, considerando il via vai di soggetti a dimostrazione dell’intensa attività di spaccio all’interno del negozio – che, vista la mancanza di corrente elettrica appare più una copertura che un’attività commerciale – gli agenti del Commissariato Greco Turro hanno anche proceduto al sequestro dei locali.