Infiamma la polemica sulle scorie chimiche dell'ex Sisas. A riaccendere i riflettori sulla vicenda è il gruppo regionale del PD, che ha chiesto a Formigoni di fare chiarezza sullo smaltimento dei rifiuti.

 

Il polo chimico noto come ex-Sisas, situato tra Rodano e Pioltello, conteneva diverse tonnellate di rifiuti pericolosi e, per questo, era stato inserito nella lista nazionale dei siti ad alto rischio ambientale. Alla luce di ciò, la Commissione Europea aveva imposto all’Italia di procedere alla bonifica delle tre discariche che la componevano, pena il pagamento di ingenti sanzioni. Recentemente il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, aveva annunciato il completo  risanamento dell’area – con lo smaltimento delle scorie, in parte in Italia e in parte all’estero- fatto che aveva permesso l’archiviazione della procedura di infrazione. Tuttavia, il corretto svolgimento delle operazioni di bonifica è stato il fulcro polemico di una interrogazione presentata dal consigliere regionale del Pd, Fabio Pizzul.

«A luglio – ricorda Pizzul – Greenpeace ha depositato una memoria presso la Procura della Repubblica di Milano relativamente ai quantitativi e alla qualità dei rifiuti pericolosi che sarebbero stati esportati in Spagna, ipotizzando la non corrispondenza tra dichiarazioni ufficiali e dati di trasferimento dei rifiuti. Inoltre, circa 50 mila tonnellate di rifiuti pericolosi, secondo Daneco (società che si è occupata della bonifica ndr), sono state conferite all'interno di impianti di trattamento italiani. E, secondo Greenpeace, risulta che alcune delle società che hanno ricevuto le scorie non gestiscono discariche di rifiuti pericolosi».

Pizzul ha concluso chiedendo alla Giunta di chiarire quali iniziative siano state messe in atto per verificare il corretto smaltimento delle scorie.
Alessandro Garlaschi