Partito il processo per la morte del tassista di San Donato aggredito a Milano

Il tassista era stato colpito da un pedone al culmine di una lite per una precedenza non data ed era morto pochi giorni dopo

Processo

Processo In corso l'udienza per la morte del tassista 68enne di San Donato

Si è aperto il processo per la morte di A.F., il tassista sandonatese di 68 anni vittima di un’aggressione in via Morgagni a Milano nel febbraio scorso. Sul banco degli imputati è salito D.G.R., il consulente informatico 48enne accusato di omicidio preterintenzionale, per aver provocato la morte del tassista colpendolo con una confezione di bottiglie di plastica. Davanti al giudice del Tribunale di Milano sono sfilati i testimoni dell’accaduto, che hanno ricostruito gli ultimi istanti di quella tragica serata. Era il 23 febbraio scorso, quando il tassista e il consulente informatico hanno iniziato a discutere poiché, secondo quanto raccontato dai testimoni, A.F. non si era fermato per far attraversare un gruppo di pedoni. Tra questi era presente anche D.G.R. che, in compagnia della fidanzata in stato di gravidanza, ha scagliato una confezione da 4 bottiglie di acqua contro la portiera sinistra del taxi. A questo punto della storia, i racconti forniti da un teste e dalla compagna dell’imputato divergono. In base al racconto del primo, infatti, il taxi procedeva a velocità moderata e, quando A.F. è sceso dall’auto e si è diretto verso l’imputato, non aveva assunto un atteggiamento minaccioso. Di altro avviso invece la compagna di D.G.R., che ha raccontato come quest’ultimo l’abbia salvata da una situazione di pericolo, poiché il tassista aveva rischiato di investirla. A quel punto, sempre secondo il racconto della donna, dopo il lancio delle bottiglie A.F. si era avvicinato per aggredire il consulente informatico, che quindi si sarebbe solo difeso colpendo il 68enne al volto con le stesse bottiglie. 
Redazione Web