San Giuliano, l'ultimo saluto a Diana Pifferi, la bambina di 16 mesi trovata senza vita dopo essere stata abbandonata per sei giorni dalla madre

«Non ci sono parole siamo tutti sconvolti e increduli. E c'è tanta rabbia: perché è successo?».

Sabato 30 giugno 2022.

Gremita dentro e fuori la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, a San Giuliano Milanese, per l'ultimo saluto a Diana Pifferi, la bambina di 16 mesi trovata senza vita dopo essere stata abbandonata per sei giorni dalla madre nella sua casa nel quartiere milanese di Ponte Lambro. La sua foto, che da giorni riempie i giornali, è ovunque. E c'è uno striscione, preparato dalle mamme del quartiere, tenuto a vessillo nell'accogliere l'arrivo dell'auto funebre. Recita: "Volerò sulle ali del mondo nel cielo infinito. Resterò per sempre bambina, piccola Diana".

«Condividiamo lo sconcerto e l'orrore», scrive l'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, in un messaggio letto durante le esequie. «Non riusciamo a rimuovere un vago senso di colpa perché la nostra città dovrebbe essere diversa, abitare in città dovrebbe significare far parte di una comunità e ogni solitudine dovrebbe trovare rimedio nell'attenzione reciproca e nell'operosa solidarietà. Riconosciamo la nostra impotenza».

Tra le prime file, in fascia tricolore, siedono i sindaci di San Giuliano, Marco Segala, di San Donato Milanese, Francesco Squeri, di Colturano Giulio Guala, e di Milano, Giuseppe Sala. Non è il senso di colpa che bisogna provare, replica Sala all'arcivescovo, bensì un «senso di responsabilità di tutta la comunità».

L'appello del sindaco di Milano è a «segnalare i disagi» per facilitare il lavoro delle istituzioni: «In questo periodo storico veramente tremendo ci deve essere responsabilità all'interno delle famiglie, nella comunità, nelle istituzioni e nella chiesa». Il Comune di Milano contribuirà ai funerali: «Tra me e il sindaco di San Giuliano - spiega Sala - ce ne faremo carico senza problemi».

Tanta rabbia e nessun perdono per la mamma di Diana, Alessia Pifferi, di 36 anni, ora reclusa nel carcere di San Vittore con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato. Non bastano le parole concilianti del parroco: «Dio non vuole che Diana si perda, e neanche sua madre» perché «ciascuno di noi vale enormemente». E quando un amico del quartiere di Ponte Lambro prende la parola in chiesa per chiedere «che la giustizia faccia il suo percorso senza sconti di pena» dalla parrocchia esplode uno scrosciante applauso, spontaneo, dei presenti. «Non ci sono parole - continua l'uomo - siamo tutti sconvolti e increduli. E c'è tanta rabbia: perché è successo?».

Al termine della funzione, prima che la salma della bimba lasci la parrocchia in una nuvola di palloncini lasciati volare in cielo, la nonna di Diana, circondata dalla folla, grida un ultimo saluto disperato alla nipote: «Diana, noi non ti abbiamo mai abbandonato. È tua madre che è una pazza».
(Ansa)