Perché molti italiani simpatizzano per Putin nonostante le sue violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale?
Analisi critica delle ragioni dietro il sostegno italiano al leader russo, dell'indifferenza verso la sovranità ucraina e il ripudio della guerra, tra storia, politica ed economia

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Una netta contraddizione rispetto ai principi fondanti della storia italiana repubblicana
Negli ultimi anni, una parte significativa dell'opinione pubblica italiana ha manifestato una certa simpatia verso la Russia, nonostante le evidenti violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani perpetrate dal governo di Mosca. Questo fenomeno solleva interrogativi sulle motivazioni che spingono molti italiani a sostenere un paese che imprigiona, avvelena e, in alcuni casi, elimina fisicamente gli oppositori interni., un paese che si prende con la violenza quello che con la ragione non ottiene.
Radici storiche e culturali
La relazione tra Italia e Russia affonda le sue radici in una storia complessa e intrecciata. Durante la Guerra Fredda, l'Italia ospitava il più grande Partito Comunista dell'Europa occidentale, il PCI, che manteneva stretti legami con l'Unione Sovietica. Questa vicinanza ideologica ha lasciato un'eredità culturale che, in parte, perdura ancora oggi. Per molti, la Russia rappresenta un baluardo contro l'egemonia occidentale e un simbolo di resistenza alle influenze statunitensi.?
Scetticismo verso l'Occidente
Un altro fattore determinante è il diffuso scetticismo nei confronti delle politiche occidentali. Molti italiani percepiscono l'Occidente come ipocrita, accusandolo di applicare doppi standard quando si tratta di diritti umani e interventi militari. Ad esempio, mentre la Russia viene criticata per le sue azioni in Ucraina, interventi occidentali in Medio Oriente o in altre regioni sono spesso giustificati o minimizzati. Questa percezione alimenta un senso di ingiustizia e spinge alcuni a schierarsi dalla parte di Mosca, vista come vittima di una narrazione parziale.?
Interessi economici e energetici
L'Italia dipende in misura significativa dalle importazioni energetiche, e la Russia è uno dei principali fornitori di gas naturale. Questa relazione economica crea un legame tangibile che può influenzare l'opinione pubblica. Le sanzioni imposte dall'Unione Europea alla Russia, in risposta alle sue azioni in Ucraina, hanno avuto ripercussioni anche sull'economia italiana, colpendo settori come l'agricoltura e il manifatturiero. Di conseguenza, alcuni vedono nel sostegno alla Russia un modo per tutelare gli interessi economici nazionali.?
Influenza mediatica e disinformazione
Non si può ignorare l'impatto della propaganda e della disinformazione. Media filorussi e campagne di disinformazione hanno trovato terreno fertile in Italia, diffondendo narrazioni che dipingono la Russia come un attore positivo sulla scena internazionale, mentre denigrano l'Occidente. Queste informazioni, spesso non verificate, contribuiscono a plasmare un'opinione pubblica favorevole a Mosca.?
Critica e riflessione necessarie
È fondamentale interrogarsi sulle implicazioni di questo sostegno. Appoggiare un regime che viola sistematicamente i diritti umani e il diritto internazionale pone l'Italia in una posizione ambigua sul piano etico e politico. Mentre è legittimo criticare le incoerenze dell'Occidente, ciò non dovrebbe tradursi in un sostegno incondizionato a governi autoritari. Una riflessione critica e informata è essenziale per evitare di cadere in semplificazioni o strumentalizzazioni.?
Lezioni dal passato e sfide del presente
La storia recente offre spunti preziosi. Il tentativo – visionario e inascoltato – di Silvio Berlusconi di integrare la Russia nella NATO resta uno degli episodi più significativi della diplomazia europea del dopoguerra. Un’opportunità mancata, affossata da diffidenze anglo-americane e dalla mancata apertura del Cremlino.
Oggi ci troviamo a fare i conti con un panorama ancora più complesso. Un secondo mandato di Donald Trump – che ha già minacciato di non rispettare l’articolo 5 della NATO – impone all’Europa una presa di coscienza definitiva: la sicurezza del continente non può più essere esternalizzata. L'Italia dovrebbe trovare un'unità su questo invece è divisa.
Il sostegno italiano a Putin: una contraddizione con i valori della Resistenza tanto sbandierati e della Costituzione
Il sostegno di una parte degli italiani alle posizioni di Vladimir Putin, che implica una scarsa considerazione per la libertà e la sovranità dell'Ucraina, rappresenta una netta contraddizione rispetto ai principi fondanti della storia italiana. La Resistenza italiana, movimento che si oppose al nazifascismo durante la Seconda Guerra Mondiale, fu animata dalla lotta per la libertà e l'autodeterminazione dei popoli. Questo spirito si riflette nell'Articolo 11 della Costituzione italiana, che afferma: «L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali» . Pertanto, l'atteggiamento di coloro che, ignorando l'aggressione russa, sono disposti a legittimare l'annessione di territori ucraini, appare in contrasto con questi valori fondamentali. Tale posizione non solo tradisce l'eredità della Resistenza, ma mina anche l'impegno costituzionale dell'Italia nel promuovere la pace e la giustizia tra le nazioni.
Le ragioni del sostegno italiano alla Russia sono molteplici e complesse, intrecciando storia, economia, politica e percezioni mediatiche. Tuttavia, è imperativo mantenere uno sguardo critico e consapevole, riconoscendo le violazioni e le problematiche legate al regime di Mosca, senza lasciarsi trascinare da simpatie che potrebbero oscurare la realtà dei fatti. Studiare la storia aiuterebbe.
Giulio Carnevale