Settant'anni fa, il 19 agosto 1954, ci lasciava Alcide De Gasperi: il padre della democrazia italiana e dell'integrazione europea
De Gasperi, intuì l'importanza di ancorare il Paese al blocco occidentale, con l’ingresso nell’Alleanza Atlantica (NATO) nel 1949, scelta che garantì l'argine al blocco sovietico comunista e antidemocratico
Settant'anni fa, il 19 agosto 1954, ci lasciava Alcide De Gasperi, una delle figure più rilevanti e carismatiche della storia politica italiana del XX secolo. Fondatore della Democrazia Cristiana e presidente del Consiglio nei difficili anni della ricostruzione post-bellica, De Gasperi è stato un leader visionario, capace di incarnare i valori di libertà, giustizia e solidarietà, che ancora oggi rappresentano un modello per chiunque operi nell’ambito della politica.
Il contesto storico: l’Italia del dopoguerra
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, l'Italia si trovava in una situazione di devastazione economica e sociale. Il Paese, ancora ferito dai conflitti interni e dalla guerra civile, aveva bisogno di una guida capace di traghettarlo verso una nuova era di pace e sviluppo. È in questo contesto che emerge la figura di Alcide De Gasperi, un politico esperto e tenace, che riuscì a navigare tra le complesse dinamiche della politica italiana e internazionale, riuscendo a ottenere il sostegno necessario per ricostruire il Paese.
De Gasperi, già attivo nella politica austro-ungarica e successivamente in quella italiana, aveva una chiara visione del futuro. Era convinto che la rinascita dell’Italia dovesse passare attraverso la costruzione di una solida democrazia interna e una stretta collaborazione con le altre nazioni europee. Questa visione lo portò a promuovere attivamente il processo di integrazione europea, che si sarebbe concretizzato alcuni anni più tardi con la creazione della Comunità Economica Europea, precursore dell’attuale Unione Europea.
La fondazione della Democrazia Cristiana
Nel 1943, in piena guerra, De Gasperi fondò la Democrazia Cristiana, un partito politico che si sarebbe rivelato centrale nella storia repubblicana italiana. La Democrazia Cristiana, ispirata ai valori del cristianesimo sociale, si pose come obiettivo la ricostruzione morale e materiale del Paese, favorendo il dialogo tra le diverse anime della società italiana. Sotto la guida di De Gasperi, il partito divenne il pilastro della politica italiana nel dopoguerra, vincendo le prime elezioni democratiche del 1946 e contribuendo alla stesura della Costituzione repubblicana.
La leadership e l'eredità politica
Il periodo di governo di Alcide De Gasperi, dal 1945 al 1953, fu caratterizzato da decisioni cruciali che avrebbero segnato il destino dell’Italia. Tra queste, il Piano Marshall, un aiuto economico fondamentale per la ricostruzione, e la scelta di ancorare il Paese al blocco occidentale, con l’ingresso nell’Alleanza Atlantica (NATO) nel 1949. De Gasperi intuì l'importanza di una politica estera orientata verso la cooperazione internazionale, convinto che solo un'Europa unita potesse garantire pace e prosperità durature.
Uno degli aspetti più rilevanti della sua opera di statista fu la capacità di salvaguardare la libertà del Paese, impedendo che l'Italia passasse da una dittatura fascista a una dittatura comunista di stampo sovietico, altrettanto antidemocratica, illiberale e disprezzante dei diritti umani. Con una visione internazionale ampia e una solida comprensione delle dinamiche geopolitiche, De Gasperi lavorò per mantenere l'Italia ancorata al blocco occidentale, evitando che cadesse sotto l'influenza sovietica in un periodo di forte tensione tra Est e Ovest. La sua determinazione nel difendere i valori democratici fu cruciale per preservare la libertà e l'indipendenza del Paese, contribuendo a costruire un'Italia moderna e democratica, fondata sul rispetto dei diritti umani.
Il suo operato non si limitò all’ambito internazionale. In Italia, De Gasperi lavorò instancabilmente per garantire la stabilità politica ed economica, promuovendo riforme sociali e sostenendo la crescita industriale. La sua visione di uno Stato democratico e sociale si tradusse in politiche che miravano a ridurre le disuguaglianze e a favorire lo sviluppo delle regioni più arretrate del Paese.
La controversia sull'antisemitismo
Recentemente, tuttavia, è emersa una controversia riguardo ad alcuni aspetti della biografia di Alcide De Gasperi. In una monografia dello storico Augusto Sartorelli, intitolata L’antisemitismo di Alcide De Gasperi. Tra Austria e Italia, viene sollevato il tema dell'antisemitismo del leader democristiano. Sartorelli sostiene che De Gasperi, pur essendo lontano dall'antisemitismo biologico-razziale del nazismo, fosse comunque influenzato da un antisemitismo di matrice religiosa, radicato in una cultura cattolica intrisa di pregiudizi secolari contro gli ebrei. Questo antisemitismo si manifesterebbe, secondo l'autore, anche in dichiarazioni e scritti giovanili, dove De Gasperi esprimeva ammirazione per figure come il borgomastro viennese Karl Lueger, noto per le sue posizioni antisemite.
Sartorelli evidenzia inoltre che, pur avendo successivamente preso le distanze dalle tesi razziste più estreme, De Gasperi avrebbe comunque giustificato alcune delle misure discriminatorie adottate dal regime fascista nei confronti degli ebrei, sostenendo che fossero un modo per “valorizzare” la nazione. Sebbene questo aspetto biografico sia stato presentato come marginale rispetto alla grandezza dello statista, il dibattito attorno a queste tesi solleva interrogativi sull'evoluzione del pensiero di De Gasperi e sul contesto culturale in cui si formò.
Un modello per la politica odierna
Settant’anni dopo la sua morte, l’eredità di Alcide De Gasperi rimane un punto di riferimento per la politica italiana ed europea. La sua dedizione al servizio del Paese, la sua capacità di visione e la sua integrità morale rappresentano ancora oggi un modello per tutti coloro che operano in ambito politico. In un'epoca di incertezze e crisi, le idee e i valori di De Gasperi sono più che mai attuali, offrendo spunti di riflessione su come costruire un futuro di pace e benessere per le generazioni future.
Il ricordo di Alcide De Gasperi non è solo una commemorazione storica, ma un invito a riscoprire e a mettere in pratica quei principi di libertà, giustizia e solidarietà che egli ha promosso con tanto fervore. La sua vita e il suo operato ci ricordano che la politica può e deve essere uno strumento al servizio del bene comune, e che la costruzione di una società giusta e democratica richiede impegno, dedizione e una visione chiara del futuro.
Alcide De Gasperi ha segnato indelebilmente la storia dell’Italia e dell’Europa. La sua visione di una democrazia solida e di un’Europa unita continua a ispirare le nuove generazioni, dimostrando che la politica, quando guidata da principi e valori, può realmente cambiare il corso della storia.
Giulio Carnevale