Peschiera, comparto D2C, Silvio Chiapella: «655.000 euro da pagare, più interessi. Ecco il risultato di chi non sa cosa vuol dire governare»

L’esponente di Italia Viva punta il dito sugli attuali membri di “Peschiera Riparte”: «Hanno mandato a Casa Zambon quando stava risolvendo questo contenzioso. Quando hanno amministrato non hanno trovato un accordo, ma solo incrementato le spese legali»

Silvio Chiapella (Italia Viva)

Silvio Chiapella (Italia Viva)

La lettera di Silvio Chiapella alla Redazione

Nella convenzione fatta dalla Giunta Tabacchi (N.d.r.  Silvio Chiapella era Assessore all’Urbanistica)  si stabilirono le opere da fare egli oneri da incassare da parte dell’operatore che dovrà realizzare il centro commerciale. Con l’arrivo della Giunta Falletta il percorso della via Bellaria venne modificato con aggiunta di costi relativi al progetto e alle opere. Nel 2011 viene inaugurato il centro e vengono rideterminati i costi alcuni autorizzati con Delibere di Giunta altri invece senza il supporto di documenti amministrativi. A quel punto iniziò il contenzioso, non venne trovato un accordo. Successivamente con la Giunta del sindaco Luca Zambon attraverso l’asseverazione delle opere e più incontri con l’operatore si era giunti a formulare una proposta in grado di soddisfare entrambe le parti. A causa alle dimissioni  contemporaneamente dell’opposizione e di Antonella Parisotto presidente del Consiglio, sostenuta da Marco Righini e Danilo Perotti, tutti e tre oggi in Peschiera Riparte, Zambon decadde e quindi il percorso si interruppe. A quel punto l’operatore non trovando una interlocuzione valida con l’ amministrazione Molinari, Sindaca sostenuta da Peschiera Riparte, a ottobre del 2016 decise di intraprendere la via giudiziaria per giungere ad una soluzione della controversia. Gli anni passano, i 5 anni della giunta Molinari non sono stati sufficienti per trovare un accordo. In compenso le spese legali aumentano. Stesso ragionamento per la Giuta Moretti e quindi a distanzi di ben 8 anni circa ( 2016/2024) si arriva a questa sentenza che condanna il comune a pagare 655.000 euro (oltre interessi). Cari cittadini quando chi ci governa non si assume la responsabilità di affrontare le questioni questi sono i risultati. L’onestà in chi amministra è un pre-requisito. Occorre competenza passione e coraggio senza queste caratteristiche i problemi rimarranno irrisolti e anzi si aggraveranno e questo grazie a chi ritiene che occuparsi degli interessi dei cittadini, di tutti i cittadini sia in contrasto con la bella politica. Purtroppo non c’è solo questo contenzioso in ballo, e di questo dobbiamo ringraziare chi ha gestito il “potere”negli ultimi anni (che è un mezzo e non un fine).  Spero che i cittadini si ricordino al momento del voto dei disastri che questi “duri e puri” ci hanno lasciato. Governare significa decidere, scegliere, esercitare il potere che i cittadini hanno dato al Sindaco e al consiglio comunale democraticamente eletti.
Silvio Chiapella