Peschiera, Consultorio famigliare; «Il modo di procedere, decisamente superficiale della Giunta accresce un clima di sospetti. Ci vuole una svolta»

In una lettera l'ex sindaco Marco Malinverno, bacchetta l’amministrazione Molinari: «Se fossi stato il sindaco di Peschiera Borromeo, non avrei esitato già anni fa ad avviare una profonda discussione sulle carenze delle strutture sanitarie coinvolgendo innanzitutto il Consiglio Comunale e l’ATS»

Marco Malinverno

Marco Malinverno Questo inverno al banchetto di raccolta firme per la MM3

A proposito di Consultorio e servizi sanitari a Peschiera Borromeo.

È notizia di queste settimane che l’Amministrazione guidata dalla Molinari abbia affidato la gestione del consultorio familiare alla Fondazione Centro per la Famiglia collegata alla Fondazione Cardinal Carlo Maria Martini.
Questa decisione ha provocato moltissime critiche e polemiche. La critica maggiore che viene mossa alla Molinari è di avere affidato un servizio pubblico ad una onlus che è dichiaratamente contraria all’uso dei contraccettivi e all’interruzione della gravidanza.
Le forze di maggioranza difendono la scelta fatta sostenendo che il servizio del consultorio mancava sul territorio da 7 anni e oltre ai servizi in accreditamento con Regione Lombardia ne sono previsti altri in regime di gratuità.
La questione, come si intuisce è seria e molto delicata e non può essere trattata con la logica delle tifoserie. Sono convinto che alimentare le polemiche non serva a chi vuole fare politica avendo a cuore il bene comune.
Ho potuto leggere la documentazione dell’affidamento del servizio è mi pare che i funzionari del Comune abbiano verificato la questione fondamentale, ovvero che i partecipanti al bando rispondessero ai criteri stabiliti dalla legge 405 del 1975 che ha istituito i Consultori Familiari.
La Fondazione Carlo Maria Martini opera già con il consultorio in diversi comuni dell’hinterland milanese per amministrazioni di centro destra e di centro sinistra e nessuno ha mai sollevato critiche sull’impostazione e l’attività svolta dai suoi operatori.
Ciò che invece dovrebbe essere oggetto di riflessione è il percorso che la Giunta Molinari ha fatto per arrivare a questa assegnazione, i tempi di affidamento e la modalità con la quale si è rapportata per discutere del servizio.
Nel novembre 2018, con avviso di manifestazione d’interesse, vengono individuate le ditte interessate ai lavori di ristrutturazione dei locali e nel gennaio 2019 viene bandita la gara per la ristrutturazione completa degli spazi per un importo pari a € 215.000,00 euro; il 15 maggio 2019 iniziano i lavori di ristrutturazione, che sono tuttora in corso e che termineranno in autunno.
Nel frattempo, il 5 marzo 2019 con delibera n. 47, la Giunta Comunale decide di procedere con urgenza alla individuazione del soggetto a cui affidare la gestione del consultorio e per farlo adotta una procedura che prevede la dichiarazione di interesse da parte di chi si ritiene in grado di svolgere quella attività. Nella stessa delibera viene indicato il funzionario che deve procedere a dar corso immediatamente alla delibera, poiché se ne è dichiarata la immediata eseguibilità e quindi non è necessario attendere che la delibera, per essere esecutiva, resti per 15 giorni affissa all’albo pretorio.
Infatti il 6 marzo viene pubblicato sul sito del comune e su SINTEL l’avviso esplorativo per manifestazione d’interesse per la gestione del Consultorio che prevede l’invio delle candidature entro la data del 18 marzo e la possibilità di procedere direttamente anche nel caso di una sola proposta.
Entro il 18 marzo arriva una sola candidatura: quella della Fondazione Centro per la Famiglia; il 19 marzo viene formalizzato il canone d’affitto annuo di euro 2.650 (più spese) per 18 anni (9 + 9) per 316 mq. Nei giorni successivi viene valutata congrua la proposta di servizi aggiuntivi fornita dalla Fondazione e il 17 aprile 2019, con determina n. 324, viene assegnata la gestione del consultorio familiare alla Fondazione Centro per la Famiglia.
Ma la domanda, a questo punto, sorge spontanea: Perché la delibera 47 del 5 marzo 2019 è stata fatta con carattere d’urgenza? Dove stava l’urgenza visto che i lavori non erano ancora iniziati in quella data e che ancora adesso non sono terminati?
Da questa incomprensione, legittima, non risulta chiaro neanche il motivo per cui non si sia voluta una pubblicizzazione del bando più lunga, permettendo così anche una maggiore possibilità di partecipazione allargata a più soggetti fornitori del servizio già presenti nel territorio paullese.
Diciamo che il percorso fatto dall’Amministrazione comunale ha provocato sospetti, soprattutto sapendo che si sta parlando di un servizio importante che manca da anni sul nostro territorio.
In realtà sul territorio di Peschiera Borromeo mancano da anni anche altri servizi sanitari, alcuni essenziali, specie quelli destinati agli anziani o quelli per persone che hanno bisogno di terapie fisioterapiche.
La nostra ASL di via Matteotti, oggi ATS (Agenzia di Tutela della Salute), è ormai sede per lo più di uffici burocratici, per non parlare poi del problema dell’assenza dei medici di base nelle diverse frazioni (a Mezzate manca da mesi). Mi risulta, inoltre, che qualche tempo fa, più di mille persone residenti a San Bovio hanno firmato una petizione per chiedere che il centro pubblico vicino a Via Martiri di Nassyria fosse destinato a servizi medico-sanitari. Mi risulta che il centro sia ancora inutilizzato (da anni è vuoto) e che ai cittadini non sia mai stata data una risposta (e mi dicono che in quello spazio si vorrebbe fare un centro giovani).
Di fronte ad una tale situazione di carenza di servizi sanitari, se fossi stato il sindaco di Peschiera Borromeo, non avrei esitato già anni fa ad avviare una profonda discussione coinvolgendo innanzitutto il Consiglio Comunale e l’ATS per formulare ipotesi di programmazione e investimenti per avviare i troppi servizi sanitari di cui necessità una città come la nostra. E in questo ambito avrei ovviamente inserito anche la questione del Consultorio Familiare, però dentro un ragionamento più ampio che coinvolgesse più soggetti e servizi, e perché no anche soggetti del terzo settore. Magari, visto che si fa il bilancio partecipato, si sarebbe potuto coinvolgere anche l’intera cittadinanza peschierese.
Oltretutto il Comune, da quello che mi risulta, dispone di parecchi milioni di euro mai spesi, grazie al venir meno del patto di stabilità. 
È questo modo di procedere, decisamente superficiale della Giunta Molinari, che continua a provocare scontri tra le forze politiche e accresce un clima di sospetti che non aiuta a governare per il bene comune.
Chi è a capo di una Amministrazione pubblica ha il dovere di ascoltare la città cercando di operare sempre sulla base di un criterio di terzietà, specie quando si tratta di servizi in ambiti e settori delicati. Ciò non significa, che personale di orientamento cattolico non possa svolgere un servizio pubblico come un Consultorio.
Ma la scelta fatta dall’Amministrazione Molinari, proprio per il metodo utilizzato, ha provocato divisioni, sospetti e, soprattutto, mette in difficoltà e in imbarazzo innanzitutto il servizio della Fondazione Martini e anche chi, come me, si batte perché in Italia si aiutino le donne in gravidanza a non fare la scelta dell’aborto.
Ma è possibile che questa amministrazione, ancora una volta, sia stata capace di una scelta profondamente divisiva e approssimativa al solo scopo di auto incensificarsi e auto assolversi con polemiche penose e francamente stucchevoli sulle amministrazioni passate?
Vi è proprio l’esigenza di una grande svolta.
Marco Malinverno