Dal diario di un aspirante sub - Quarta lezione con l’associazione subacquea SeaSub

Corso base “Open Water Diver”

Quello che non vorresti mai sentirti dire. Ovvero i rischi e le problematiche da affrontare nei casi di emergenza. Casi rari, specifica il nostro istruttore Matteo all’inizio della quarta lezione, per rassicurarci. E accompagna anche delle percentuali per aggiungere credibilità alla sua affermazione davanti ai nostri occhi sbarrati: l’indice di frequenza di lesioni dovute alle attività subacquee è pari a quello del bowling, si attesta sullo 0,04%. «La mia esperienza farà impennare la percentuale» mi suggerisce Ilaria in un orecchio con l’ottimismo che la contraddistingue. Per il momento comunque ci troviamo in una comfort zone, tranquillamente seduti su una sedia con il manuale in mano. Perché forse è bene conoscere e metabolizzare queste nozioni prima di doverle fronteggiare in acqua. Come avrete capito, la quarta lezione di Seasub è di teoria. Evrim è fuori Milano per lavoro e così tocca a Matteo il compito arduo di spiegarci gli inconvenienti che possono insorgere durante le immersioni, senza farci abbandonare il campo. Tutte le informazioni trasmesse sono supportate da leggi scientifiche, ma ve le risparmio. Importantissimo: non bere alcolici, non prendere farmaci, mai trattenere il respiro (anche senza erogatore continuare a buttar fuori aria), compensare (tappando il naso e soffiando piano). Per riassumere brevemente la prima parte di lezione si può dire che il corpo umano si deve adattare al nuovo ambiente subacqueo, perciò è essenziale cercare di prevenire alcuni effetti attraverso semplici accorgimenti. Abbiamo preso tutti con molta simpatia la narcosi da azoto, chiamata anche “Effetto Martini” o ebbrezza da alti fondali per il malessere che può talvolta verificarsi a oltre 30 metri di profondità e associabile a un’intossicazione alcolica. Ma non c’è tanto da fare gli spavaldi: laddove sorgano patologie, prodotte per esempio dalla formazione di bolle di azoto nei tessuti corporei (malattia da decompressione), bisogna saper riconoscere i sintomi e… farsi un giretto dal medico. Se invece il nostro compagno si sente male in acqua, «non dovete fregargli l’aria ma assisterlo», si scherza. In generale abbiamo appreso che molti problemi sono dovuti a un affaticamento eccessivo e all’esaurimento della scorta d’aria, quindi è necessario controllare di sovente l’erogazione dell’aria, il manometro e rilassarsi. Soprattutto rilassarsi, e godere del panorama acquatico. Un'ultima considerazione: non pensavo che la subacquea e in particolare SeaSub attirasse tanto interesse. Oggi, infatti, si sono aggiunti altri 6 nuovi allievi. I “dolphins” salgono a quota 18! E con i 15 partecipanti del precedente corso siamo complessivamente a 33. Aveva ragione Luigi Ferri, presidente del sodalizio, quando mi diceva che al weekend ad Albenga (dove conseguiremo il brevetto ma anche dove nei tre giorni in trasferta si avrà modo di mangiare in compagnia, oziare e riposarsi) saremo un centinaio di persone. «Mare e in più fare immersioni in un posto bellissimo non ha prezzo», mi ripete sempre.

Maurizio Zanoni