Francia-Croazia, 20 anni dopo: tutto è cambiato
Da Parigi a Mosca, un viaggio lungo due decenni
La Croazia sfida la Francia con 6 ore di gioco, 90 minuti più dei rivali
La Croazia sfida la Francia con 6 ore di gioco, 90 minuti più dei rivali: in pratica, come se avesse giocato una partita in più per arrivare a questo storico traguardo per una nazione di 4,2 milioni di abitanti. Un aspetto che probabilmente peserà nelle fatiche e nelle gambe dei croati che, cosa non marginale, hanno goduto anche di una rosa più corta rispetto a tutte le altre partecipanti, escludendo un elemento importante come l’attaccante del Milan, Kalinic. Il ct, quando il n.9 rossonero si è rifiutato di entrare all’esordio, ha ben deciso di rimandarlo a casa e ora, probabile, si sta mangiando letteralmente le mani per la chance della vita sprecata con un pessimo comportamento mai giustificabile, soprattutto dopo un anno deludente come quello vissuto al Milan.
Restando a Milano, chi invece sta vivendo alla grande questa favola, sono i due nerazzurri Brozovic e Perisic capaci di ergersi a protagonisti della cavalcata, soprattutto in semifinale. L’ala ha segnato gol, assist e colpito un palo clamoroso: Marcelo ha invece mostrato una maturità che non sembrava appartenergli, se non nell’ultima parte di campionato con Spalletti, che finalmente sembra aver trovato la giusta maturità in un talento che sembrava potesse rimanere inespresso a vita.
Le quote bwin vedono ovviamente la Francia favorita a 1.91 rispetto alla Croazia quotata a 4.50: il pareggio è invece dato a 3.25. Vent’anni fa questa sfida valeva l’accesso alla finale di Parigi, croati in vantaggio rimontati poi da un’assurda doppietta di Thuram, decisamente poco avvezzo a centrare la porta. La Croazia esisteva da appena 7 anni, a distanza di due decenni è già stata capace di migliorarsi, grazie ad un centrocampo da sogno ed un attacco che ha in Mandzukic il proprio gladiatore.
La Francia ha dalla sua una solidità difensiva eccelsa, un portiere nonché capitano capace di essere decisivo nei momenti decisivi e una diga a centrocampo come Kanté in grado di proteggere le bocche da fuoco francesi: da Griezmann a Mbappe fino ad un Pogba più maturo e meno giocherellone da circo. Anche per questo la Francia, poco champagne e terribilmente pratica, ha catturato meno l’occhio ma grandi risultati: la strada per la seconda coppa iridata è davvero vicina.