A San Giuliano la pubblicità stradale è ok

«Sono arrivato nel 2005 grazie alla vecchia amministrazione e a una forte volontà dell'ex sindaco Toni, il quale aveva puntato molto sulla riqualificazione del territorio. Il lavoro non è stato facile, ma ad oggi abbiamo sanato la città, rimuovendo ogni cartello irregolare» racconta Luca Capobianco, responsabile dell'Ufficio Affissioni di Genia. Un percorso germogliato all'interno della precedente giunta, che oggi permette a San Giuliano di qualificarsi come oasi pulita all'interno della speculazione cartellonistica così diffusa e sottovalutata nel Sud Milano. Ma come è possibile che a San Giuliano vi sia un'incidenza minore del fenomeno, nonostante le agenzie pubblicitarie coinvolte siano le stesse presenti nei paesi limitrofi? Si tratta di una volontà politica, oltre che di misure d'intervento che hanno permesso di limitare la piaga. Infatti, punto forte dell'azienda comunale è stata «una modifica del regolamento del Comune, che prima rendeva difficoltoso il lavoro. Inoltre, Genia è un ente che riscuote e allo stesso tempo verifica i procedimenti di riscossione, liquidazione e accertamento dell’imposta comunale sulla pubblicità», ovvero tutti i processi legati al rilascio delle autorizzazioni. Così facendo, ha ottenuto un'azione di controllo mirato sull'intero territorio. Queste le azioni preliminari. La rimozione coatta, la strategia successiva. «Si parte con una diffida seguita da un verbale della polizia locale. Dopo aver atteso 15 giorni, nei quali l'interessato può agire personalmente rimuovendo il cartello, interviene il Comune coattivamente». In seguito, gli interessati dovranno pagare le spese della rimozione e del deposito del cartello abusivo, mentre il Comune procederà a inviare una nota al prefetto per denunciare l'abuso. Censimento dettagliato, snellimento delle procedure e modifica del regolamento comunale: sono tre le carte per impedire abusivismo pubblicitario e inquinamento visivo, quest'ultimo scongiurato dalle restrizioni del nuovo Regolamento sull’installazione dei manufatti pubblicitari. Problematiche evitate da un'amministrazione capace di adattare la legislazione vigente, rinunciando a profumati interessi sottobanco. «Il problema non è la norma. Il problema sono i Comuni che, avendo paura di dover rinunciare agli incassi in materia tributaria (imposta comunale sulla pubblicità, ndr) non modificano la situazione. Ma questa è una visione sbagliata: il nostro fatturato non è sceso perché ora non ci sono abusivi e tutti pagano regolarmente». Chiosa Capobianco: «l'importante è essere trasparenti e puliti, senza mai cedere ad alcun favoritismo».

Sara Marmifero
Elisa Murgese