Ambasciator non porta pena

L'Italietta autarchica protesta.
L'opinione di Giancarlo Trigari

Il No al referendum sarebbe un passo indietro per gli investimenti stranieri in Italia”

In una intervento durante un incontro sulle relazioni transatlantiche organizzato a Roma all'Istituto di studi americani, John Phillips, ambasciatore USA in Italia, secondo il resoconto del sito di un autorevole quotidiano italiano ha detto:

«“Il No al referendum sulla riforma costituzionale sarebbe un passo indietro per gli investimenti stranieri in Italia”. E aggiunge: “Il referendum è una decisione italiana”. Ma il Paese “deve garantire stabilità politica. Sessantatré governi in 63 anni non danno garanzia”. Il voto sulle riforme costituzionali, continua, “offre una speranza sulla stabilità di governo per attrarre gli investitori che stanno osservando quanto avviene in Italia”.»

Contemporaneamente nel titolo di questo articolo il quotidiano commette una grave scorrettezza deontologica, e le parole dell'ambasciatore diventano:

«Il No al referendum sulla riforma costituzionale sarebbe un passo indietro.»

L'Ambasciata USA, come le ambasciate di tutti i Paesi, è l'organo istituzionalmente deputato a rappresentare gli investitori degli Stati Uniti in Italia, al fine di promuovere gli scambi commerciali tra i due Paesi. Quindi l'Ambasciatore non sta esprimendo né un parere personale né il parere del governo USA, ma di coloro che pensano di investire in Italia e i cui interessi è istituzionalmente chiamato a rappresentare.

La Confindustria ha fatto né più né meno lo stesso discorso in nome di operatori economici che, come gli investitori USA, operano in Italia. I sindacati si sono espressi in qualità di rappresentanti dei lavoratori, altra forza coinvolta nel processo produttivo.

Ciascuno di costoro ha espresso ed esprime il proprio punto di vista sui contenuti della riforma costituzionale, naturalmente in ragione dei propri interessi.

La politica è notoriamente l'arte del compromesso, compromesso tra i diversi interessi di cui sono portavoce le componenti della nostra società. La riforma e la Costituzione stessa non sono chiamate a realizzare una astratta perfezione. I padri costituenti non sono saliti sul monte Sinai e discesi con la Costituzione scolpita nel marmo. In ogni tempo la Costituzione deve rappresentare un accettabile compromesso tra gli interessi attuali della maggior parte degli attori coinvolti.

Proprio per questo tutti devono essere liberi di esprimere la propria opinione in merito alle riforme oggetto di referendum, con l'ovvio obiettivo di convincere il maggior numero di persone. L'ambasciatore USA, parlando in nome degli investitori del suo Paese, ha esercitato questo diritto che non impatta sulla libertà di scelta di chi è chiamato ad esprimersi. Gli elettori possono essere convinti che gli investitori USA non trarranno giovamento dalla riforma costituzionale o che gli investimenti USA non siano una priorità per l'Italia e non sarà certamente l'intervento dell'Ambasciatore USA ad impedirgli di votare NO.

Quello che tutti noi italiani non dovremmo dimenticare è che viviamo in un mondo globalizzato dove non possiamo pensare di fare le nostre scelte come se il resto del mondo non esistesse, ma dobbiamo essere consapevoli che se ci isoliamo il resto del mondo ci considererà irrilevanti. Nello stesso tempo dobbiamo riconoscere che ci mancano i requisiti economici e morali per ergerci a guida del resto del mondo.