Cartelloni pubblicitari? Quasi tutti irregolari

La cartellonistica è un ricettacolo di abusivismo, stimato per la Provincia nell'ordine del 70-80%. Il problema riguarda le strade extraurbane e non risparmia le vie comunali. Noi di 7giorni abbiamo percorso via 2 Giugno e via Liberazione a Peschiera, a caccia di anomalie. Su 24 cartelli, solo 3 erano a norma. Le targhette recanti l'autorizzazione rilasciata dal titolare della strada, il Comune nel nostro caso, rivelano a pochi passi da casa un oceano di licenze scadute da anni. E poi pubblicità sprovviste di targa, o piantate dove la legge lo vieta. Cartelli da rimuovere, ma che ancora svettano sui marciapiedi. La distanza minima di 25 m tra le insegne è un optional. In via Liberazione, per esempio, un commerciante ha dovuto spostare la propria affissione (presente da tempo) 2 metri più in alto di quella stradale (sistemata successivamente) e così grande da coprirla.  Il fatto incredibile è che in questo caso la pubblicità stradale è stata messa davanti alle insegne commerciali dell’azienda peschierese. (foto sotto)
Chi rilascia autorizzazioni fuori norma? Comuni, Anas, Provincia. Chi non vigila sulle irregolarità? Enti pubblici, ma anche Polizia stradale e locale. «I Comuni guadagnano anche dai cartelli abusivi e l'interesse economico confligge con il ripristino della legalità», dice Luca Carra di Italia Nostra. Tante amministrazioni incassano la tassa di occupazione di suolo pubblico anche per cartelli non autorizzati. L'imprenditore paga alle concessionarie il noleggio dello spazio di affissione, su cui riporta gli estremi della ditta installatrice in modo che, se si ricevono multe, l'onere non gravi su di sé. Nei contratti tra commerciante e concessionario, spesso spunta una clausola che, in caso di anomalie, mette al riparo da ogni responsabilità il committente, che non sarà incentivato a verificare la regolarità del proprio cartello. «La ditta pubblicitaria diceva di essere a posto», ci assicura un negoziante sgranando gli occhi, ignaro di essere abusivo. «Ma i committenti devono sapere se la loro pubblicità è fuorilegge», afferma Carra. Talvolta, i concessionari vengono allo scoperto. «Mi hanno detto: se non compri altri spazi pubblicitari da abusivo ti circondiamo con insegne della concorrenza. Ho rifiutato», racconta un altro commerciante. Un nodo resta da chiarire. I concessionari di solito pagano le multe senza battere ciglio, ma sono recidivi. La causa? «Sanzioni inferiori al valore della pubblicità. L'illegalità è redditizia», commenta Giovanni De Nicola, assessore provinciale alla Mobilità, che ha un'idea: «doteremo i cartelloni di microchip per sveltire i controlli e ammortizzare i costi».

Sara Marmifero
Elisa Murgese

Ne parliamo con il comandante della Polizia locale Giuliano Semeraro

Comandante, siete al corrente del fenomeno dell'abusivismo pubblicitario a Peschiera?
Sì, conosciamo la situazione. L’abusivismo pubblicitario stradale è spesso trascurato dalle singole amministrazioni, siano esse comunali o provinciali. Per quanto riguarda Via 2 giugno, in cui, come riferito da 7giorni, vi sono impianti senza targhetta, manderò qualcuno a controllare e riferirò.

Il Comune dovrebbe vigilare sia sul corretto posizionamento dei cartelli sia sui termini di scadenza delle autorizzazioni concesse. Come avviene la vigilanza a Peschiera?
La Polizia locale sta definendo nuove procedure affinché non sfuggano ai controlli gli impianti in scadenza. Attraverso l'impegno della Polizia locale, l'Amministrazione si è adoperata per elevare le numerose contravvenzioni. Nel 2008 sono stati redatti 21 verbali, e il numero sale a 29 per il 2009. Lo scorso anno e nei primi mesi del 2010 abbiamo rimosso alcuni cartelli irregolari. I rapporti con le società concessionarie sono molto tesi: in due casi, dopo la rimozione esse hanno reinstallato gli impianti, in sfregio della legge. Ora sto valutando eventuali profili penali.

Esiste del personale competente in materia che controlli e denunci irregolarità e abusi?
Esiste del personale destinato, anche se non a tempo pieno, che ha il compito di comminare le sanzioni amministrative.

Secondo Lei il Comune di Peschiera fin'ora è venuto meno alle proprie responsabilità in materia di controllo? Se sì, in cosa ha sbagliato?
I controlli devono essere sicuramente intensificati. La difficoltà nell’esecuzione delle rimozioni consiste nel non poter sempre disporre dei nostri operai. Il percorso verso la legalità è in itinere, ma la nostra determinazione è assoluta. L'amministrazione intende risolvere a breve il fenomeno.

La cittadinanza di Peschiera è sensibilizzata riguardo il problema?
Ritengo di sì, soprattutto per gli impianti delle aree urbane.

Anche Polizia stradale, provinciale e municipale, Carabinieri e Guardia di finanza devono vigilare e dare comunicazione al Comune di eventuali difformità? Come è suddivisa la vigilanza tra Comune e Polizia?
Nessun altro corpo di polizia ha mai rilevato contravvenzioni all’articolo 23 del codice della strada (che disciplina la “pubblicità sulle strade e sui veicoli” Ndr). I controlli sugli impianti pubblicitari sono di competenza dell’ente proprietario della strada e i soggetti in questione sono i Comuni e le Province, mentre sulle autostrade e sulle tangenziali deve vigilare la Polizia Stradale.

Chi è responsabile dell'elevato numero di irregolarità?
Voglio precisare che solo sentenze recenti, come quella del 2007 n. 11117/07 emessa dalla Corte Suprema di Cassazione, hanno dato ragione ad un ente per la rimozione di un impianto abusivo. Prima i ricorsi si perdevano sistematicamente.

La normativa attuale disincentiva abbastanza le società pubblicitarie dal compiere irregolarità? Quali sono i vantaggi che traggono dall'infrangere le regole?
È un meccanismo utilitaristico. La questione è in questi termini: o si rimuove il cartello, o altrimenti la sola sanzione non risolve l’abuso, perché le società pagano quasi volentieri la multa a fronte di enormi interessi economici. La polizia può operare efficacemente solo con la rimozione.

Alcuni imprenditori che richiedono l'affissione si accordano con le ditte pubblicitarie in modo che, in caso di irregolarità o abuso, ogni responsabilità non ricada su di sé. Come si può responsabilizzare maggiormente il committente, in modo che si interessi in prima persona della regolarità dei propri cartelli?
È un aspetto interessante della questione. Per legge si può applicare una sanzione nei confronti di chi materialmente commette l’abuso e, quindi, della società proprietaria dell’impianto. Si agisce nei confronti del committente solo nel caso in cui vi siano impianti senza il cartellino identificativo dell’impresa installatrice.

Secondo Lei la normativa che regola la cartellonistica pubblicitaria stradale è sufficiente? Sono necessari dei correttivi?
Soltanto in Italia si assiste a un tale sovraffollamento di pubblicità lungo le strade. Non è accettabile che l’automobilista alla guida possa essere distratto da messaggi complessi ed articolati come quelli che vediamo. Ritengo debbano essere vietati in assoluto. Occorrerebbe modificare la norma affinché si possa agire anche sul committente.

Sara Marmifero