Dopo le elezioni il messaggio è chiaro: al centrosinistra serve la rinascita

Il centrodestra ha vinto all’Europee e alle provinciali strappando ben 22 province al centrosinistra nonché alcuni Comuni tra i quali  Peschiera Borromeo. Se si dovessero mantenere le attuali coalizioni e si analizzassero i dati delle Europee su base regionale c’è un concreto rischio, per il centrosinistra, di perdere l’anno prossimo ben 7 regioni di quelle attualmente governate. Il problema, o meglio i problemi del centrosinistra e del Pd in quanto maggior partito, oggi sono essenzialmente legati ad un’incapacità di comunicazione, a un progettualità spesso mancante o se c’è ricade nel punto precedente, a un problema di unità nonché a schematismi interni legati a vincoli di provenienza che rendono ulteriormente debole l’azione del partito.
Quando ancora oggi si evidenziano dinamiche interne non legate a un progetto comune che superi le ragioni dell’appartenenza passata, quando il Partito Democratico non sembra agli occhi del cittadino un partito nuovo ma un nuovo partito dove i membri costituenti si sono create le loro nicchie di potere, quando tutto questo succede risulta difficile pensare e organizzare azioni per il futuro rilancio del partito, ma tutto sembra essere subordinato a lotte intestine per rafforzare il proprio ambito di potere.

Credo che il Pd non sia nato per questo e penso che il congresso di ottobre sarà sicuramente l’occasione migliore per buttarsi alle spalle questo fardello e agire di conseguenza e io non sono per il nuovismo ad ogni costo ma per le competenze e le potenzialità.
Altro elemento di discussione è legato alla capacità di includere  elementi/partiti nel progetto politico e non di escluderli. Oggi il modello giusto per battere il centrodestra è quello dell’Unione di prodiana memoria con alcune piccole e significative modifiche; non dovrà prevalere la logica del singolo rispetto al benessere collettivo e, nell’interesse generale, ogni forza politica dovrà cedere autonomia decisionale nell’ambito di un progetto collettivo di ampio respiro che dovrà nascere, se nascerà, nell’interesse dei cittadini e non del singolo partito.
A Peschiera Borromeo verrà insediato un nuovo sindaco che, dovrà governare nell’interesse della cittadinanza, come si diceva una volta: “hai voluto la bicicletta e ora devi pedalare”. E la pedalata, se non sarà fluida, non potrà essere imputata alla solita lentezza burocratica, ai corporativismi della pubblica amministrazione, alla complessità della macchina burocratica. Perché la differenza tra il sindaco e un comune cittadino è che il primo deve porsi sempre il problema di come migliorare la propria città. Importante sarà il lavoro dell’opposizione che dovrà essere intransigente e nello stesso tempo costruttivo rivendicando i propri meriti nei confronti della popolazione comunale.

“Niente provoca più danno in uno stato del fatto che i furbi passino per saggi” – F. Bacone