Elezioni iraniane: il vincitore ultraconservatore è Ebrahim Raisi

A causa del taglio drastico alle candidature e della difficile situazione economica, l’affluenza ai seggi registrata è stata molto bassa

Venerdì 18 giugno si sono svolte le tredicesime elezioni presidenziali iraniane, e il candidato vincente annunciato sabato è stato l’ultraconservatore Ebrahim Raisi. Ma come si è giunti alla sua elezione? 

Durante il periodo di campagna elettorale, tutti i futuri candidati (che solitamente sono qualche centinaio) devono presentarsi al Consiglio dei Guardiani, una commissione di 12 componenti, che revisiona le candidature e ne decide la validità. Bisogna tenere presente che 6 dei 12 componenti di tale Consiglio vengono eletti dalla

Gli ultimi otto anni di amministrazione, sono stati guidati dal riformista Rouhani, artefice insieme ad Obama del famoso accordo sul nucleare (il cosiddetto ). Sebbene il suo governo sia stato ampiamente apprezzato (soprattutto ai suoi albori), dopo che l’amministrazione Trump ha ritirato gli Stati Uniti dal JCPOA, reintroducendo svariate sanzioni ai danni della repubblica teocratica iraniana, vi è stato un radicale spostamento delle tendenze. Infatti, quest’anno, durante la corsa elettorale, tutti i candidati riformisti e moderati sono stati uno ad uno esclusi dal Consiglio dei Guardiani: al termine delle selezioni, erano rimaste solo quattro figure, tendenzialmente conservatrici, tra cui gli elettori potevano scegliere. A causa di questo taglio drastico alle candidature e della difficile situazione economica, l’affluenza ai seggi registrata è stata molto bassa

Il vincitore Ebrahim Raisi, che attualmente è il capo del sistema giudiziario iraniano, è una figura già conosciuta: alla fine della guerra contro l’Iraq, nel 1988, supervisionò l’esecuzione di massa di migliaia di prigionieri politici e nemici. Inoltre, favorito della Guida Suprema Khamenei, potrebbe diventare il suo successore in futuro.
 
Cosa implica la sua elezione? L’Iran persegue una politica estera variegata e controversa, dovendosi giostrare tra le sanzioni degli Stati Uniti e le moine cinesi, la rivalità regionale con l’Arabia Saudita, il suo ruolo attivo sia nel contesto della guerra civile siriana (attraverso la quale si interfaccia anche con Russia e Turchia), e il suo antagonismo contro Israele, a favore della popolazione palestinese. Mentre Rouhani, grazie alla nuova amministrazione Biden, sta collaborando ad un nuovo accordo sul nucleare, Raisi potrebbe non essere così incline alla cooperazione. Il suo mandato inizierà ad agosto.

Arianna Cerea

Benvenuti nella rubrica “La notizia della settimana”. Mi presento, sono Arianna, una cittadina di Peschiera Borromeo(MI) che attualmente sta studiando Middle East and Central Asia Security Studies in Scozia, all’Università di St Andrews. Negli ultimi anni, ho avuto la preziosa occasione di immergermi nel mondo delle Relazioni Internazionali, e, in particolare, di approfondire due splendide regioni spesso ignorate o poco conosciute: Medio Oriente e Asia Centrale. Attraverso questa rubrica, vorrei dare rilevanza ad alcune notizie che, a mio parere, varrebbe la pena esplorare con più attenzione del solito. Inoltre, qualora aveste domande, commenti o particolari richieste riguardanti i temi che tratterò, mi metto a disposizione per intavolare un dialogo costruttivo, che porti ad una maggiore comprensione del contesto internazionale in cui viviamo oggi. Buona lettura!
Arianna Cerea
 @DammiRetta