Milano: 40 anni fa entrava in polizia Locale il primo agente donna

Nel 1976 Clementina Guarnieri, guardata con stupore dai milanesi, gestiva il traffico all’incrocio Mazzini-Albricci

Attualmente le donne rappresentano oltre il 30% sul totale degli operatori

Quarant’anni fa, nel lontano 1976, entrava ufficialmente in servizio presso la polizia locale milanese, che allora si chiamava vigilanza urbana, il primo agente donna. Clementina “Tina” Guarnieri, guardata ancora con stupore dai milanesi che non erano abituati a vedere una donna in divisa, gestiva con autorevolezza il traffico caotico all’incrocio Mazzini-Albricci. Da allora l’ingresso delle donne nel Corpo è avvenuto molto gradualmente. Tra il 1978 e il 1981 sono state assunte nella vigilanza urbana altre diciassette agenti entrate alla spicciolata dopo il concorso del 1978. Alla fine degli anni ottanta le donne hanno raggiunto quota 140 su 2012 uomini e nel 1993 diventano 329 (gli uomini sono 2111), pari al 13% della forza in organico. Tra i primi anni ’90 e il 2000 le donne della Polizia locale di Milano raggiungono oltre il 30% della presenza e oggi, su un organico pari a 3006 operatori, 930 sono donne. «La presenza delle donne nella Polizia locale – dichiara l’assessore alla Sicurezza, Marco Granelli - è stata un elemento di forte e positivo cambiamento in una professione tradizionalmente connotata al maschile. Questo processo è tutt’ora in corso perché ancora vi è molto da fare per esempio sulla conciliazione dei tempi famiglia-lavoro e per agevolare la carriera femminile». Il quarantesimo anniversario delle donne in polizia Locale è stato festeggiato con il libro “Donne Ghisa 1976 – 2016. L’esperienza delle donne nella Polizia locale di Milano”, presentato a palazzo Marino in occasione della Festa della Donna, martedì 8 marzo. «Con questo libro vogliamo rendere omaggio alla grande energia che tutte le donne agenti mettono ogni giorno nella loro professione, - dichiara il Comandante, Antonio Barbato -. Ringrazio tutte le colleghe che hanno fermamente lottato perché la polizia Locale facesse propri percorsi di pari opportunità anche in una professione che richiede particolari caratteristiche».
Redazione Web