Milano, 400 euro al mese a chi accoglie un profugo

Il Comune offre un contributo mensile a chiunque accoglierà in casa un profugo, la Lega attacca: «I soldi dovrebbero andare ad anziani in difficoltà e disoccupati»

Una famiglia di Milano che aveva aderito all'iniziativa

Una famiglia di Milano che aveva aderito all'iniziativa "Aggiungi un profugo a tavola"

«Verrebbe da pensare che il Comune non abbia altri problemi di politiche sociali da affrontare»

Il Comune di Milano offrirà 400 euro al mese a chi aprirà le proprie porte di casa a un profugo per un periodo minimo di sei mesi. L’iniziativa è direttamente collegata allo Sprar, ovvero il Sistema di Protezione per i Richiedenti Asilo e i Rifugiati. Il contributo che riceveranno le famiglie da Palazzo Marino è stato possibile grazie ai fondi istituiti dal Viminale. I 400 euro serviranno a rimborsare le spese di vitto e alloggio per ogni richiedente asilo che si ospiterà. I requisiti minimi per ospitare un profugo sono i seguenti: basta avere una stanza disponibile, servizi igienici adeguati, insieme alla disponibilità «a condividere la quotidianità con persone provenienti da diversi contesti socio - culturali». Inoltre, le famiglie selezionate dovranno seguire un corso di formazione di due giorni e svolgere un colloquio con uno psicologo. L’ospitalità può essere superiore ai sei mesi e si potrà inoltrare richiesta di ospitare più di un profugo.

Il bando comparso sul sito del Comune (e con scadenza il 15 gennaio) non ha però suscitato la stessa accoglienza, scatenando le polemiche di Lega Nord: «I soldi andrebbero destinati ad aiutare le migliaia di anziani che non riescono a pagare l'affitto e non hanno assistenza domiciliare e ai tanti disoccupati o genitori separati che finiscono a dormire in macchina e sono costretti a rivolgersi alla Caritas o alle mense per i poveri» ha ribattuto il Carroccio, sorpreso dal quantitativo di risorse a disposizione, che però saranno destinate ai migranti. Sono stati il segretario regionale Paolo Grimoldi e Davide Boni , segretario cittadino, ad attaccare il bando di Palazzo Marino, che privilegerebbe i profughi a scapito degli italiani in difficoltà economica: «Verrebbe da pensare – ha dichiarato Grimoldi - che il Comune non abbia altri problemi di politiche sociali da affrontare se la giunta arancione di Pisapia può permettersi di mettere in cima alle priorità gli immigrati clandestini, anche se poi girando nelle periferie della città vediamo bene che non è così».

La replica del Comune è giunta per voce dell'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino: «La nostra scelta sull'accoglienza non cambia. Attraverso fondi statali vogliamo fare ancora di più il nostro dovere. La barbarie leghista non ci ferma. Il modello di "accoglienza in famiglia" è innovativo e può servire a coinvolgere e a far inserire in maniera più diretta un migrante all'interno della comunità ospitante».