BreBeMi, Legambiente: «grande attrattore di cemento su ex terreni agricoli»
Affondo dell’associazione ambientalista in occasione dei 10 anni di esercizio della A35: «i comuni allineati lungo i 62 km dell'autostrada hanno “regalato” ben 3535 ettari di suolo agricolo al cemento»
18 settembre 2024
«A 10 anni dalla sua costruzione, l'autostrada BreBeMi è diventata esattamente quanto gli ambientalisti paventavano negli anni che hanno preceduto i cantieri: un grande attrattore di cemento». Così Legambiente Lombardia commenta i dati sui 10 anni dell'apertura della BreBeMi.
«La grande opera, la cui realizzazione ha causato la perdita secca di 500 ettari agricoli, secondo i dati del Centro Ricerche sui Consumi di Suolo, continua ad essere una ferita aperta lungo la dorsale su cui si sviluppa gran parte del nuovo “capannonificio” lombardo – prosegue l’associazione -. Le tre province in cui ricade l'opera (Milano, Bergamo e Brescia) nell'ultimo decennio, hanno regalato ben 3535 ettari di suolo agricolo al cemento (il 55% del dato complessivo regionale), e di questa emorragia i comuni allineati lungo i 62 km dell'autostrada oltre che delle opere ad essa connesse sono protagonisti indiscussi. Scorrendo i dati di Ispra, i numeri di ettari trasformati in capannoni nei comuni della Brebemi è un rosario di suoli consumati: in provincia di Milano spiccano Pozzuolo Martesana (59 ettari persi in dieci anni), seguita da Segrate (42 ettari), Cassano d'Adda (37 ettari), Pioltello (32 ettari) e Gessate (25 ettari). Sono solo le punte di tanti iceberg – aggiunge il sodalizio ambientalista -, costituiti da una sequenza di insediamenti, prevalentemente di logistica industriale, che stanno cingendo d’assedio un territorio che, con l’avvento della BreBeMi, è diventato un discount di suoli, a disposizione delle multinazionali dell’immobiliare logistico perennemente in cerca di terreni a basso costo e facile trasformabilità».
Afferma Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia: «La Brebemi è il simbolo di una regione che da tempo ha rinunciato a governare il proprio sviluppo, generando infrastrutture che si trasformano in "attrattori’" di investimenti speculativi. Di fatto, BreBeMi è diventata esattamente questo: non un servizio per i cittadini che, potendo scegliere, evitano di pagare gli esosi pedaggi dell’autostrada più cara d’Italia, ma una infrastruttura di servizio per lo sviluppo immobiliare della logistica, cresciuta in modo totalmente sregolato, ingombrando il territorio di capannoni, sorti in modo disordinato su terreni agricoli, ma disponendo di una enorme rampa di accesso, nella forma di un’autostrada privata».
18 settembre 2024