Caso migranti a San Zenone, il Sindaco Fedeli: «Non abbiamo alcuna autorità per poter intervenire»

Il coordinatore provinciale FDI, Franco Lucente: «Ormai la direzione politica del Governo è diametralmente opposta rispetto a quella delle amministrazioni locali. Così l’accoglienza non può funzionare»

San Zenone al Lambro prova nuovamente ad alzare la voce in merito all’emergenza migranti. Il Comune, che conta 4500 abitanti, ospita ben 161 extracomunitari presso l’Hotel Ambra da ormai 2 anni, quando secondo il Protocollo d’accoglienza, nella struttura dovrebbero essere presenti solamente 12 persone. La conferenza stampa indetta da Fratelli d’Italia in data 19 dicembre, ha avuto lo scopo di esprimere vicinanza alla città, soprattutto a causa dell’ultimo fatto di cronaca riguardante i suddetti ospiti. 

Sono infatti trascorsi solamente pochi giorni dall’episodio che ha visto protagonisti una ventina di immigrati, i quali hanno deciso di bloccare la via Emilia (con una manifestazione non autorizzata) per protestare contro la decisione di negare lo status di rifugiato a 5 dei manifestanti. Questi ultimi andranno rimpatriati (sconosciuta la tempistica) mentre per gli altri, che hanno provocato un intenso disagio agli automobilisti, non sono previste pene di alcun tipo. «Tutto è nelle mani della Prefettura – spiega il sindaco di San Zenone, Sergio Giovanni Fedeli -  e i Sindaci sono di conseguenza esautorati della possibilità di intervenire, potendo solamente accettare le imposizioni dettate dalla stessa, e subendo quest'emergenza diffusa a livello nazionale. Dovrebbe essere previsto un piano di diminuzione della presenza di profughi, ma finora non è cambiato nulla. Non si possono ospitare per anni delle persone, per poi scoprire dopo così tanto tempo che non hanno diritto di asilo, soprattutto nel nostro caso, visto che stiamo dando accoglienza a molte più persone di quante ne prevede la legge». 
Il sindaco di San Zenone al Lambro, Sergio Giovanni Fedeli

Il sindaco di San Zenone al Lambro, Sergio Giovanni Fedeli

Presente in conferenza stampa anche il sindaco di Tribiano, Franco Lucente, il quale, in contrapposizione, non ospita alcun migrante nella rispettiva città: «Noi Sindaci dobbiamo fare fronte comune – ha dichiarato Lucente, coordinatore provinciale milanese di FDI – e dire “no” alle imposizioni della Prefettura. Io mi sono fortemente opposto all’accoglienza, non per una questione di appartenenza etnica, bensì perché non presentiamo le condizioni necessarie al fine di fronteggiare tale emergenza. Ci dicono che gli sbarchi sono diminuiti, e festeggiano, ma la realtà è che rispetto allo scorso anno gli arrivi sono aumentati del 40%, e i numeri sono insostenibili. Manca totalmente l’organizzazione - continua - sia nell’ideazione e svolgimento di percorsi formativi, così da poter un giorno inserire queste persone nel tessuto sociale; sia a livello di dialogo con l’Unione Europea, dove l’Italia non ha il coraggio di farsi sentire; e infine a livello locale, vista la poca collaborazione con Sindaci ed altre autorità, messi in secondo piano (insieme alla sicurezza) rispetto ai privati, cui sono affidati i centri di accoglienza. Ormai la direzione politica del governo è diametralmente opposta a quella delle amministrazioni locali. L’auspicio - conclude - è che con un nuovo Governo cambi questa situazione, al momento fuori controllo».
Al microfono Franco Lucente, coordinatore provinciale milanese FDI

Al microfono Franco Lucente, coordinatore provinciale milanese FDI

Per quanto riguarda i lavori sociali sopra citati, a San Zenone al Lambro solo 4 migranti su 160 in questi anni hanno deciso di svolgerli. D’altronde, perché lavorare quando si può stare nel residence o girare il territorio? Quella dei lavori socialmente utili è stata definita da Marco Osnato, membro del direttivo Nazionale FDI, come «una delle menzogne sull’immigrazione ormai svelate, unitamente ad altre falsità, in primis la teoria secondo cui l’Italia sarebbe solamente un luogo di passaggio, quando invece solo in 11mila hanno lasciato il Paese, tutti gli altri sono rimasti e rimangono per anni  all'interno dei nostri confini, ovviamente a nostre spese. Spero che la spinta positiva dettata da alcuni comuni del Sud Est Milano, possa essere di ispirazione per il resto della penisola, che vive lo stesso problema». 
Al microfono Marco Osnato, membro del direttivo Nazionale FDI

Al microfono Marco Osnato, membro del direttivo Nazionale FDI