Braccio di ferro sulla questione "tritovagliatore". Comune e cittadinanza contro la società "Mediglia Servizi Ecologici". La parola ora spetta alla Provincia di Milano

Si è svolta l’1 Dicembre a Mediglia la conferenza di servizi relativa all’impianto di tritovagliatura della Mediglia Servizi Ecologici S.p.A., impianto che da tempo suscita una gran serie di polemiche in quanto affiancata anche dal progetto di costruzione del gassificatore.

Si è svolta venerdì scorso la Conferenza dei Servizi relativa all’impianto di tritovagliatura della Mediglia Servizi Ecologici S.p.A., un tavolo di trattativa per decidere il futuro dell'impianto che si è svolto alla presenza del sindaco del Comune di Mediglia, Paolo Bianchi, del presidente della Commissione Consiliare speciale per lo studio e valutazione degli interventi della MSE S.p.A., dei consiglieri comunali Giorgio Meroni e Maurizio Tarenzi, dell’assessore Giovanni Fabiano, del tecnico comunale Solarna, del legale del Comune di Mediglia e dei rappresentanti del Comitato Cittadini di Mediglia per l’Ambiente. La questione è complessa.

Da una parte il Comune, il quale sostiene che l’autorizzazione provinciale sia decaduta poichè gli interventi effettuati sull’area da parte della società che gestisce l'impianto non si possono considerare come inizio di lavori edilizi. Il progetto, inoltre, non tiene conto degli atti di pianificazione e dei vincoli ambientali e non è in linea con le attuali normative. Dall’altra parte della barricata c'è la società MSE S.p.A., la quale ribadisce che gli adempimenti non sono stati rispettati a causa di problemi esterni, non legati ad una loro mancanza.

Arpa, dalla sua, ha depositato agli atti il proprio parere, formulando alcune osservazioni tecniche in merito all’impianto. Tutta la documentazione della Conferenza è stata consegnata alla Provincia che, a questo punto, vaglierà la questione. «Previsioni su come finirà la vicenda sono decisamente impossibili - ha detto il sindaco, Paolo Bianchi -, la Provincia finora non si è mai preoccupata della questione. Oltre a non aver rispettato tempi e modi, la MSE S.p.a. cerca di portare avanti un progetto molto datato che per giunta non rispetta più le nuove normative vigenti».

Erica Lampognani