Era il 19 luglio del 1992 quando una tremenda deflagrazione, di matrice mafiosa, uccise il Giudice Paolo Borsellino e tutti gli agenti della sua scorta in via D’Amelio, a Palermo. Assieme a loro c’era anche la 24enne Emanuela Loi, primo agente donna della Polizia di Stato ad essere assegnata ad una scorta ed a cadere in servizio. Oggi, a quasi 26 anni da quella tragica esplosione, il ricordo della giovane agente continua a vivere, e questo anche grazie all’iniziativa dei docenti e della dirigenza scolastica dell’istituto comprensivo di Bustighera. Sabato 7 aprile, infatti, si è tenuta la cerimonia di intitolazione del plesso scolastico medagliese ad Emanuela Loi. Per l’occasione sono intervenute le autorità locali, il Tenente dei carabinieri Valerio Azzone, molti studenti e don Luigi Ciotti, presidente di Libera, l’Associazione da tempo impegnata in progetti a favore della legalità e contro ogni fenomeno mafioso. «Abbiamo sentito il bisogno – hanno spiegato gli insegnanti e la dirigente scolastica, Laura Corradini - di intitolare la scuola ad una persona che rappresentasse i valori su cui si regge la stessa e che da anni vengono condivisi da docenti, studenti, amministrazione e tutta la società che ci circonda. Il percorso realizzato lo scorso anno scolastico ha portato ad individuare Emanuela Loi quale figura femminile, vittima innocente della mafia, che rappresenta tutte le donne che hanno dedicato la vita per ideali quali la giustizia e la libertà fino a sacrificare la stessa vita e in cui sentiamo rappresentati i valori che caratterizzano la nostra scuola».