09/11/2009 - Analogie: “Il buio oltre la siepe” e il Muro di Berlino.

A 20 anni dal crollo, un lunghissimo domino per ricordare la storica data.

Un libro che ho letto si intitolava “Il buio oltre la siepe” ed è stato scritto da Harper Lee. L’autrice è nata a Monroeville in Alabama nel 1926, e lavorava in una compagnia aerea quando lasciò il lavoro per scrivere questo romanzo che vinse anche il premio Pulitzer nel 1960 da cui fu tratto un famoso film interpretato da Gregory Peeck.
La mattina del 13 agosto 1961, i Berlinesi si svegliano con una visione di timore: una rete di filo spinato separa d’ora in poi i settori occidentali e sovietici. All’alba, quasi 25000 militari vengono inviati alla frontiera, l’Armata rossa controlla gli assi strategici, i trasporti in comune si interrompono: il muro si è appena chiuso.
Alcune persone approfittano ancora dei difetti del muro per fuggire all’Ovest.
Il regime Est migliorerà nel corso degli anni successivi la sorveglianza della frontiera. A partire dal 1972, il Muro diventa insormontabile: la dimensione del muro principale è aumentata e coperta da una base arrotondata, un secondo Muro viene costruito, rafforzato da trappole e sorvegliata da militari.
Il Muro taglia la città in due su 45 chilometri e separa la zona franca occidentale dalla RDT su 120 chilometri. I soli punti di passaggio tra l’Est e l’Ovest sono quelli al Checkpoint Charlie e quello situato vicino a Friedrichstrasse.
Il Muro costerà la vita a 79 persone che cercarono di oltrepassarlo, tra 1961 e 1989. Il 9 novembre 1989, il Consiglio dei Ministri della RDT decide l’apertura del Muro di Berlino e delle frontiere. Nell’euforia generale, migliaia di Berlinesi delle due parti della città si trovano sul Muro per celebrare la fine di 28 anni di separazione.
Quest’evento segna l’inizio del crollo del regime Est tedesco.
Come nel romanzo, vi è sempre una siepe, un muro o qualche ostacolo che divide l’umanità e il pensiero di essere liberi.
C’è sempre qualcosa che ci copre gli ultimi istanti del tramonto come Leopardi descrive in una sua poesia.
Questo è il destino dell’umanità. Ma la speranza che queste barriere crollino, qualche volta come nelle favole, si avvera, come è successo 20 anni fa.

Cesare Bianchi