Ha dell’incredibile la vicenda di Umberto Quintino Diaco, clochard di 75 anni originario della Calabria, trovato senza vita a Milano il 28 gennaio scorso. Gli agenti della Polfer lo avevano trovato morto in una capanna all’interno di una capanna improvvisata fatta di teli e cartoni nell'ex rampa di carico per le automobili alla stazione di Porta Garibaldi. Il suo corpo, già debilitato da numerose patologie, era stato piegato dal freddo rigido della notte. Dalle indagini condotte successivamente è emersa una storia a dir poco particolare, come riportato sulle colonne de “Il Corriere della Sera” del 3 febbraio. L'uomo, infatti, sui suoi conti bancari aveva più di 100mila euro, 19mila euro di titoli azionari e una pensione di 750 euro al mese da Monaco, in Germania, dove aveva lavorato in passato. Possedeva anche una casa in Calabria e due furgoni intestati, con l'assicurazione pagata. Addosso gli sono stati trovati 1.235 euro in contanti. Gli agenti hanno trovato traccia del denaro e dei titoli nella casella postale al Sam, il Servizio di accoglienza milanese della Caritas. La casella era stata la sola cosa che Quintino aveva chiesto, nonostante le pressanti richieste degli operatori di poterlo aiutare. Come raccontato al quotidiano milanese dalla sorella, il 75enne aveva deciso di diventare un “fantasma” per la sua famiglia, dopo essersene andato via di casa a soli 17 anni e scomparendo praticamente nel nulla. «Lo abbiamo cercato – ha affermato la donna - non ha mai voluto farsi ritrovare».