Donna incinta travolta e uccisa con il figlioletto in viale Famagosta: al processo per l’investitore chiesti 3 anni di reclusione
L’avvocato di parte civile ha chiesto invece una condanna a 10 anni. Sentenza definitiva attesa a luglio
11 marzo 2015
Erano circa le 19:30 di domenica 20 ottobre 2013 quando una donna egiziana di 29 anni, incinta al 7° mese, è stata travolta e uccisa assieme al figlio di 4 anni e a quello che portava in grembo a Milano, in viale Famagosta. Per raggiungere l’omonima fermata sulla MM2, la donna e il bambino stavano attraversando il trafficato viale in un tratto particolarmente pericoloso, dove mancano le barriere che separano le carreggiate e l’attraversamento di fatto è vietato, evidentemente ignorando la presenza di un sottopasso. Proprio in quel frangente mamma e figlio sono stati travolti e sbalzati lontano dall’auto condotta dallo studente 28enne milanese R.A.L., subito fermatosi per prestare soccorso. Nella giornata di martedì 10 marzo, nell’ambito del processo con rito abbreviato, la Procura di Milano ha chiesto per R.A.L. una condanna a 3 anni, senza sospensione della pena e senza attenuanti, per omicidio colposo e procurato aborto. Secondo una perizia depositata in Tribunale, il giovane viaggiava con la sua auto di sera e in una strada resa bagnata dalla pioggia ad una velocità di circa 100 km/h, quando il limite in quel tratto è di 50 km/h. Dal canto proprio Domenico Musicco, legale del marito della donna deceduta, ha chiesto una condanna a 10 anni per triplice omicidio con dolo eventuale, mentre la difesa del giovane punta all’assoluzione. La sentenza definitiva è attesa per il luglio prossimo.
Redazione Web
11 marzo 2015