Housing sociale, agricoltura ed eventi culturali: così rinascerà Casa Chiaravalle a Milano, anche grazie ai progetti degli studenti del Politecnico

La struttura è il più grande bene mai confiscato alla criminalità organizzata in Provincia di Milano

Casa Chiaravalle

Casa Chiaravalle Da bene della mafia a strumento di coesione sociale e accoglienza

Un pensionato per famiglie e adulti in difficoltà abitativa, terreno da coltivare dove impiegare lavoratori svantaggiati e persone con disabilità e un grande spazio aperto al quartiere e alla città, dove ospitare eventi culturali e iniziative per i bambini. Casa Chiaravalle, il bene più grande mai confiscato alla mafia in Provincia di Milano, con 18 unità immobiliari e svariati ettari di terreno in via Sant'Arialdo 69, rinascerà così anche grazie a 3 progetti nati dal lavoro degli studenti del master in Housing sociale e collaborativo del Politecnico di Milano. Gli studenti hanno tradotto in concreto la visione generale proposta dall’associazione temporanea di imprese che ha vinto il bando di assegnazione del bene capeggiata da Sis (Arci Milano, Chico Mendes Scs, La Strada Scs). Nelle giornate di sabato 8 e domenica 9 novembre, i 3 progetti sono stati presentati a Casa Chiaravalle, nell’ambito del Terzo Festival dei Beni confiscati alle mafie, che ha visto la partecipazione di svariati ospiti tra cui i sindaci e gli assessori di alcuni Comuni dell’hinterland milanese entrati nella Rete del Festival, Pierfrancesco Diliberto (Pif) e Walter Veltroni. «Fino a qualche anno fa – ha commentato Pierfrancesco Majorino, assessore milanese alle Politiche sociali - questa era la lussuosa dimora di un criminale arricchitosi con il traffico di stupefacenti e il riciclaggio di denaro. Ora nella struttura svilupperemo azioni di inclusione sociale e reinserimento lavorativo e la apriremo alle attività culturali del quartiere e della città».
Redazione Web