Attraverso le reti wi-fi attivate in circa una cinquantina di sedi del Comune, infatti, non sarebbe possibile accedere alla maggior parte dei siti che contengano nell'url la parola "gay". Tale circostanza, precisa poi Caputo, è molto probabilmente da considerarsi una svista, in stretta relazione con gli speciali blocchi inseriti per evitare l’accesso a siti pornografici. «È evidente non si volesse discriminare nessuno – ha chiosato Caputo -. Quindi, si colmi questo vuoto. L'epoca delle discriminazioni della Moratti, come la polemica per la mostra "Vade retro: arte e omosessualità", è finita. Si tratta di libertà e rispetto per l'individuo, concetti che non possono essere messi in discussione».

Redazione Web