L’Olocausto tra realtà e follia

Dal diario di prigionia di Tribbioli Bruno, deceduto nel campo di concentramento di Flossemburg il 21 aprile 1945:

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Entrammo nel recinto misterioso del vasto campo di concentramento; il luogo era abbastanza tenebroso e danneggiato dal bombardamento. Nelle baracche fummo sistemati e i posti letto vennero assegnati...
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Io, Giulio e Santino fummo lieti di trovare tre posti separati che per fortuna avevano le reti. In un istante fummo coricati, ed io, sognando d’essere coi miei, feci un bel sonno e mi svegliai alle sei...
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Il giorno appresso, ne avevamo venti, c’inquadrarono tutti sul viale; eravamo migliaia d’innocenti e nulla noi avevam fatto di male. Ci contarono almeno dieci volte e poi le righe, alfin, vennero sciolte...
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Assieme a Giulio e qualche amico mio, del triste caso nostro parlavamo invocando l’aiuto del gran Dio, mentre che ai nostri cari pensavamo e troncammo solo di parlare quando passavamo in riga per mangiare...

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