Milano, 36enne marocchina stuprata nei giardinetti di Piazza Luigi Di Savoia e nell’ascensore della Stazione Centrale

Notte di terrore per una giovane donna che voleva raggiungere il Marocco, la videosorveglianza interna ha ripreso l’aggressione in ascensore durata ventisette minuti, arrestato l’aggressore 26enne

Nella piazza Luigi Di Savoia a Milano, dove i bambini dovrebbero giocare serenamente tra scivoli e altalene, si verificano atti di violenza e bullismo che preoccupano i residenti della zona. In questi giardinetti, infatti, si riuniscono persone di ogni etnia e provenienza, tra cui anche individui sbandati. È proprio qui che giovedi mattina verso le ore 2.30, una donna marocchina di 36 anni è stata vittima di uno stupro perpetrato da un connazionale conosciuto casualmente.

La polizia ferroviaria ha raccolto i ricordi della vittima, ancora sotto choc, poche ore dopo l'aggressione. Tutto ciò è stato necessario per condurre indagini approfondite e individuare l'aggressore, che è stato prontamente arrestato. Questo è stato possibile grazie al protocollo del Codice Rosso per la tutela delle vittime, che è stato adottato dal dipartimento guidato dal procuratore aggiunto Letizia Mannella.

La donna ha raccontato che era arrivata a Milano dieci giorni prima dalla Norvegia, dove vive la sua famiglia. Era ospite di amici che, il mercoledì sera, non hanno avuto problemi a lasciarla sola nella stazione in attesa del treno per Parigi, la cui partenza era prevista alle 6 del mattino. Quest'episodio dimostra quanto sia importante seguire alcune regole di sicurezza per evitare di trovarsi in situazioni pericolose.

La denuncia raccolta descrive il racconto di una giovane donna marocchina che ha subito una serie di violenze sessuali nella stazione ferroviaria di Milano Centrale. La ragazza aveva dichiarato di aver cercato aiuto dallo zio in Francia per rientrare in Marocco, ma si è ritrovata nella piazza adiacente alla stazione, poiché la stazione era già chiusa.

Lì, la magrebina è stata avvicinata da un connazionale, Fadil M., che le aveva fatto credere che anche lui stesse cercando di raggiungere la Francia. In realtà, Fadil M. aveva intenzioni molto diverse e l'ha portata nei giardinetti della piazza per violentarla.

La ragazza ha subito una violenza sessuale che è durata mezz'ora, sfiorando la morte. Non contento, il suo aggressore l'ha trascinata di nuovo all'interno della stazione dove ha cercato di avere un altro rapporto sessuale forzato.

«Mi ha portata dentro la stazione e, giunti nell’atrio adiacente all’ascensore, sul lato destro, mi ha aggredito nuovamente cercando di baciarmi sulla bocca e sul collo e di avere un atto sessuale con me». La vittima, in preda al panico e cercando di trovare aiuto, ha cercato di suonare l'allarme ma è stata bloccata dall'aggressore che ha iniziato a colpirla con pugni e testate.

Le telecamere all'interno della cabina hanno registrato tutto, confermando la versione della donna e fornendo elementi decisivi che hanno portato all'arresto del colpevole. La vittima, visibilmente sconvolta, ha raccontato di come l'aggressione sia iniziata nell'atrio prima di essere trascinata nell'ascensore.

È importante sottolineare come la vittima abbia tentato di suonare l'allarme per chiedere aiuto, questo dettaglio evidenzia la necessità di avere sistemi di sicurezza efficaci negli ascensori. Inoltre, è stato rilevante il fatto che le telecamere presenti all'interno della cabina abbiano fornito prove decisive per l'arresto del colpevole.

La violenza sessuale è un crimine grave e inaccettabile, che lascia segni indelebili sulla vittima. È importante che venga denunciata per consentire alle autorità di indagare e punire i responsabili. In questo caso, grazie alla tempestività dell'intervento delle forze dell'ordine e alla registrazione delle telecamere, il colpevole è stato arrestato e giudicato.