Milano: capotreno aggredito a colpi di machete da una gang di latinos
L’episodio alla fermata di Villapizzone, alla periferia Nord. L’uomo ha subìto la sub-amputazione del braccio sinistro. Ferito alla testa anche un macchinista intervenuto in soccorso del collega. L’assessore Sorte: «Nelle stazioni presidi delle forze dell’ordine pronte a sparare»
12 giugno 2015
Aggressione di violenza inaudita a Milano, su un convoglio del passante ferroviario fermo alla stazione di Villapizzone, alla periferia Nord della città, proveniente dal sito di Expo e diretto verso la stazione di Rogoredo. Il capotreno 32enne C.D.N., infatti, è stato aggredito a colpi di machete da una gang di sudamericani, subendo la parziale amputazione del braccio sinistro. Anche un’altra persona, un ferroviere 31enne fuori servizio intervenuto per soccorrere il collega, è rimasto ferito rimediando un trauma cranico.
L’AGGRESSIONE - In base a quanto ricostruito fin’ora dalla polizia Ferroviaria, l’aggressione è avvenuta attorno alle 21:50 della serata di giovedì 11 giugno, quando C.D.N. era impegnato a controllare i biglietti delle poche persone che a quell’ora si accingevano a salire sul convoglio del passante ferroviario. Tra questi figurava anche un piccolo gruppo di sudamericani, composto da 3 o forse 5 persone. Quando il controllore ha chiesto a questi ultimi di mostrare il titolo di viaggio, per tutta risposta uno di loro ha estratto un machete dallo zaino e lo ha colpito con violenza al braccio sinistro. All'aggressione avrebbe assistito una donna, che però sarebbe scappata subito dopo per lo spavento. A quel punto, resosi conto di quanto stava accadendo, il ferroviere fuori servizio è andato in soccorso del collega, ma è stato colpito alla testa.
I FERMATI - Subito dopo il gruppetto di aggressori si è dato alla fuga, ma gli agenti della Polfer sono riusciti a fermare 2 persone, che sono state portate in Questura per essere interrogate. Si sospetta che la coppia, di età compresa tra i 20 e i 30 anni, faccia parte di una gang di latinos. I 2 presentavano anche alcune macchie di sangue su alcuni indumenti, su cui ora verranno eseguiti test genetici. Uno dei 2 era già stato indagato in passato proprio per fatti analoghi. Gli investigatori stanno ora cercando possibili testimoni e intanto hanno già acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza installate lungo il passante ferroviario.
L’INTERVENTO CHIRURGICO - C.D.N. è stato trasportato d’urgenza presso l’ospedale Niguarda dove, a seguito di un delicatissimo intervento chirurgico, i medici hanno lavorato per diverse ore per salvare l’arto parzialmente amputato. «Il paziente – si legge nel primo bollettino medico diffuso dall’ospedale Niguarda – aveva una lesione grave da fendente al braccio sinistro, lesione che ha portato a una sub-amputazione, si è cercato qui di recuperare la funzionalità del braccio. La prognosi verrà sciolta nei prossimi giorni. L’intervento è durato dalle 23.40 di giovedì 11 giugno alle 6.30 di venerdì 12. L’equipe ha visto la collaborazione di più specialisti: un chirurgo generale, un chirurgo vascolare, un chirurgo plastico e un chirurgo ortopedico». Per il collega colpito alla testa si è invece reso necessario il ricovero presso l’ospedale Fatebenefratelli.
LA PAURA DEI DIPENDENTI FS - «Il personale in servizio sui treni è ormai trasformato in vittima inerme di questi atti di violenza - si legge in una nota diramata dalle Ferrovie - . Le Ferrovie chiedono l'intervento delle istituzioni e una maggiore presenza delle forze dell'ordine per arginare un problema grave che riguarda la sicurezza delle migliaia di viaggiatori che ogni giorno si servono del treno per i loro spostamenti e per il personale in servizio. Metteranno in atto, con la collaborazione delle organizzazioni sindacali, tutte le azioni possibili per arginare e contrastare il fenomeno a tutela della sicurezza dei dipendenti e dei viaggiatori. Qualora si constatasse l'assenza dei requisiti minimi di sicurezza, le Fs Italiane avrebbero difficoltà a garantire il servizio in alcuni orari: l'incolumità dei clienti e dei dipendenti, che ogni giorno lavorano sugli oltre 6mila convogli in tutto il territorio nazionale, non può essere messa a repentaglio».
“NELLE STAZIONI FORZE DELL’ORDINE PRONTE A SPARARE” – dopo i fatti, L'assessore alla Mobilità della Regione Lombardia, Alessandro Sorte, ha chiesto militari in tutte le stazioni e forze dell'ordine sui treni pronte a sparare. «Il livello di insicurezza è troppo alto - ha affermato Sorte in una nota - , per questo vogliamo il presidio dei militari in tutte le stazioni e sui treni Forze dell'Ordine armate, formate e pronte anche a sparare».
Alessandro Garlaschi
12 giugno 2015