Milano, cavo d’acciaio ad altezza uomo teso in viale Toscana, individuato anche il terzo componente della banda, un diciassettenne

Gli investigatori della Compagnia Monforte hanno raccolto le dichiarazioni dei genitori e comunicato l'accaduto alla Procura per i minorenni, che probabilmente lo denuncerà a piede libero per il reato di blocco stradale

Il cavo d'acciaio

Il cavo d'acciaio

Individuati tutti i responsabili

MILANO, 9 gennaio 2024 – Una pericolosa azione compiuta da tre giovani ha messo in pericolo la vita di automobilisti e passeggeri nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi. Alex Baiocco, Michele Di Rosa e un diciassettenne, che si sono definiti "amici di social," hanno teso un cavo d'acciaio lungo le tre corsie della carreggiata di viale Toscana, direzione Isonzo.

Il cerchio attorno ai tre si è chiuso rapidamente: Baiocco è stato bloccato in flagranza 18 minuti dopo l'azione, mentre Di Rosa si è costituito alla Questura di Monza nella tarda serata di sabato. Il diciassettenne, ricoverato al Niguarda da venerdì per problemi psichiatrici, ha confessato l'azione ai genitori, che hanno immediatamente informato i carabinieri.

L'arresto di Baiocco è stato convalidato dal gip Domenico Santoro, che ha disposto la misura cautelare del carcere. Tuttavia, il giudice ha ritenuto sussistenti i gravi indizi di colpevolezza solo per il reato di blocco stradale, escludendo le accuse di strage, attentato alla sicurezza dei trasporti e ricettazione. Baiocco, affetto da disturbo bipolare, è in cura al San Paolo, e il giudice ha richiesto una relazione sulle sue condizioni psico-fisiche.

Oggi sarà il turno di Michele Di Rosa, il diciottenne di Cologno Monzese, che verrà interrogato dal gip del Tribunale di Monza Andrea Giudici. Le probabili dichiarazioni del ragazzo, assistito dall'avvocato Gaetano Giamboi, sono già state anticipate: "Non reggevo più questo peso, ne ho parlato con la mia famiglia e ho deciso di assumere le mie responsabilità."

Il diciassettenne, invece, non sarà sottoposto a provvedimenti restrittivi. Gli investigatori della Compagnia Monforte hanno raccolto le dichiarazioni dei genitori e comunicato l'accaduto alla Procura per i minorenni, che probabilmente lo denuncerà a piede libero per il reato di blocco stradale.

I tre giovani, che hanno agito alle 2.20 di giovedì, si erano conosciuti solo virtualmente, definendosi "amici di social." Dopo aver rubato il cavo d'acciaio in un cantiere di via Ripamonti, hanno predisposto la trappola mortale in viale Toscana. Un attento cittadino, Nicola Ricciardelli, ha chiamato immediatamente il 112, consentendo ai carabinieri del Radiomobile di rintracciare Baiocco in viale Sabotino. Nel giro di tre giorni, anche gli altri due, ormai braccati, hanno deciso di uscire dall'anonimato.

La città di Milano ha reagito con sconcerto e preoccupazione di fronte a un atto così pericoloso e irresponsabile. La giustizia dovrà ora stabilire le conseguenze legali per i responsabili, mentre la comunità resta in allerta nei confronti di azioni simili che minacciano la sicurezza pubblica.