Con la demolizione della Cort del Rebuscin, se ne va un pezzo della Rogoredo popolare d'inizio XX secolo

A gennaio terminerà l'abbattimento della Cort del Rebuscin adiacente al quartiere Santa Giulia. Ne parla Alessandro Nardin del Consiglio di Zona 4.

già a destinazione residenziale-commerciale e adiacente all’edificio Sky che s’affaccia su via Monte Penice, sono iniziati la seconda settimana di ottobre e sono previsti in dirittura d’arrivo entro la fine di gennaio del prossimo anno.

La società Milano Santa Giulia è la committente e la responsabile di un iter che include lo smaltimento dell’Eternit presente nei comignoli, oltre allo svuotamento di tutti i rifiuti solidi urbani separati nelle categorie del ferro, della plastica, del legno e dei rifiuti generici. La pesante criticità dell’amianto, assieme al fatto che il complesso edilizio era stato a suo tempo progettato e realizzato senza fondamenta, ha reso inevitabile l’inabitabilità decretata dalla Asl e ha così accelerato – anche tramite l’intervento dell’Assessorato al Demanio e di quello all’Urbanistica – l’intero processo decisionale.

Alessandro Nardin, consigliere di Zona 4 in quota al Pd, precisa che «il Consiglio di Zona ha verificato se era possibile mantenere parte delle caratteristiche originali dell’edificio, dato l’interesse anche storico che riveste, ma ha poi concluso, alla luce degli odierni e irrinunciabili standard di sicurezza, che l’intervento non poteva che essere radicale».
Quale la futura destinazione dell’area? «Il manufatto - prosegue Nardin - rientra nel Piano integrato Santa Giulia, che prevede al suo posto la costruzione di una Residenza sanitaria assistita». La nota vicenda del quartiere progettato a suo tempo da Norman Foster su incarico della Risanamento del Gruppo Zunino, rende però probabile una revisione dell’intero Piano. Intanto, conclude Nardin, «un sopralluogo della classe IV C del Liceo artistico Caravaggio di Zona 2 (viale Padova) – reso possibile grazie all’interessamento di Santa Giulia Spa – ha dato vita a un’esposizione di lavori d’arte ispirati proprio all’immagine storica della Cort del Rebuscin, nel tentativo di salvaguardarne e tramandarne la memoria». Le idee che valorizzino il sito della vecchia corte, d’altra parte, non dovrebbero mancare, vista la collocazione strategica dell’area, a pochi passi dallo snodo ferroviario di Rogoredo e dalla linea gialla della metropolitana.
Un analogo dibattito interessa non a caso un altro pezzo di storia della Milano antica, collocato proprio di fronte al civico 17 di via Rogoredo: la Cascina Palma, originariamente del ‘500, oggi abbandonata, che ha resistito all’industrializzazione dell’inizio del XX secolo e che oggi vede scomparire un edificio, che di quella prima industrializzazione è stato lungamente un simbolo.

Andrea Sartori