Il trionfo del re dei volatili


L’allevatore, in realtà capomagazziniere in pensione che coltiva dagli anni Ottanta la passione per gli uccelli, si è trovato a gareggiare con ornitologi provenienti da ogni parte del mondo, dagli Stati uniti al Belgio, per un totale di 27mila partecipanti. “I belgi, in particolare – spiega – conquistano spesso le prime posizioni”. Riccardo è stato esaminato da una giuria internazionale di specialisti, che ha tenuto conto di cinque parametri: disegno, forma, colore, grandezza, piumaggio e portamento.
“Ho provato a partecipare perché spronato dai miei famigliari” rivela il medigliese. Ghillino dedica molte risorse personali alla sua passione: “Le ferie? Le faccio sempre separate da mia moglie Ornella, che colgo l’occasione per ringraziare. Uno dei due deve infatti stare sempre a casa a curare gli uccelli”. Ghillino ha dato al canarino il nome di suo padre, che in vita aveva un negozio di uccelli in viale Umbria a Milano. Ma i volatili non starebbero meglio all’aperto anziché in una cantina? “Non reggerebbero le temperature invernali – spiega l’ornicoltore -, inoltre è bene tenerli sempre nello stesso posto, in quanto vi si affezionano”.
“Per festeggiare Ghillino – spiega il bibliotecario comunale Gabriele Sottanella – abbiamo organizzato una festa in biblioteca con dipendenti e autorità comunali”. Ghillino fa parte insieme ad altri 530 soci dell’Associazione Ornicoltori Monzesi. “Nel nostro settore riconoscimenti e medaglie non contemplano mai premi in denaro” aggiunge il medigliese. “Fosse così anche per altri sport….”, commenta la vicesindaco Lidia Rozzoni. “Anche l’ornitologia, come le discipline sportive, prevede diverse specialità – dice Ghillino -. Oltre ai premi di bellezza, sono previsti anche riconoscimenti per il canto. Due razze di uccelli vengono prevalentemente utilizzate per questo scopo: gli hars roller e i malinois. I primi producono dei trilli, i secondi delle note ben distinte. Per educarli al canto, gli hars roller vengono portati nelle vicinanze dei ruscelli per far loro sentire il suono dell’acqua”.

Lorenzo Invernizzi