Lavorava come cardiologo senza abilitazione in Italia: indagato medico 52enne serbo

La laurea conseguita nell’ex Jugoslavia non era ancora stata legalmente riconosciuta. L’uomo era assistente di un luminare del Policlinico di San Donato, indagato a sua volta

Era nello staff di un luminare della cardiologia italiana, primario del reparto di Elettrofisiologia e Aritmologia del Policlinico di San Donato, tuttavia la sua laurea non era stata ancora legalmente riconosciuta in Italia. Per questo motivo un medico serbo 52enne è stato indagato per esercizio abusivo della professione medica, accusa rivolta in concorso anche allo stesso cardiologo italiano che, secondo gli inquirenti, era perfettamente a conoscenza della situazione e lo aveva coperto. Le indagini sono partite nei mesi scorsi dalla Procura di Ravenna, dato che il 52enne e il suo mentore avevano lavorato in una struttura clinica privata del ravennate per circa 5 anni. Qui, secondo quanto riferito dagli inquirenti, il medico serbo faceva parte di uno staff ed aveva partecipato a innumerevoli interventi, sebbene il Ministero della Salute italiano non avesse ancora provveduto a rilasciare l’abilitazione necessaria ad esercitare anche in Italia. 
A partire dallo scorso febbraio, poi, l’intera equipe si è spostata a lavorare nella sanità sandonatese, quando il cardiologo italiano è divenuto primario presso il Policlinico. La Guardia di Finanza sta ora vagliando le oltre 400 cartelle cliniche relative agli interventi al cuore cui il 52enne ha preso parte in questi anni. Secondo quanto riferito dalla direzione sanitaria della clinica della provincia di Ravenna, il medico serbo non figurava come dipendente della struttura stessa, ma faceva capo direttamente al medico italiano. Dal canto proprio, dal Policlinico sandonatese hanno precisato come l’uomo fosse considerato come “medico osservatore”, cioè potesse esclusivamente assistere agli interventi ma non partecipare attivamente. 
Redazione Web