Vandalismi al parco Mattei di San Donato: dopo un anno di indagini fermati i responsabili

Un manipolo di teppisti minorenni, di età compresa tra i 15 e i 16 anni, avevano squarciato a colpi di taglierino le tensostrutture che coprono i campi da tennis

Uno degli squarci al tendone del parco

Uno degli squarci al tendone del parco

Individuati grazie ai graffiti lasciati sui muri

Si erano introdotti nottetempo nel parco Mattei di via Caviaga a San Donato, squarciando in più punti le tensostrutture che coprono i campi da tennis. Dopodiché, evidentemente non ancora soddisfatti, armati di bombolette spray avevano imbrattato alcuni muri con graffiti e “tag”, le firme caratteristiche dei writer. Tutto questo accadeva nella notte tra il 30 ed il 31 ottobre scorso ma alla fine, dopo circa un anno di indagini complesse e scrupolose, la Polizia Locale sandonatese ha individuato i responsabili. Si tratta di tre minorenni, di età compresa tra i 15 ed i 16 anni residenti tra San Giuliano e San Donato, che ora rischiano pesanti conseguenze per danneggiamento di beni pubblici. Subito dopo il raid vandalico dello scorso ottobre gli agenti avevano rilevato in ogni più minimo dettaglio gli imbrattamenti sui muri, ed il materiale era stato poi inviato per un esame più approfondito al nucleo della Polizia Locale milanese anti-writer. Le tag sono state confrontate con quelle rinvenute in altri punti della città, sui muri di vari condomini e nel sottopasso ferroviario. Sono stati quindi letteralmente passati al setaccio i social network, che molto spesso vengono utilizzati dai writer per postare e condividere le loro “opere”. Alla fine, dopo un lavoro di ricostruzione durato mesi, sono emerse alcune significative evidenze che hanno condotto gli investigatori ai tre minorenni. A seguito delle perquisizioni domiciliari, gli agenti hanno acquisito alcuni indizi giudicati inequivocabili circa il loro coinvolgimento nel raid vandalico andato in scena in via Caviaga. Si attendono ora i provvedimenti a carico dei tre, ma gli avvocati difensori potrebbero chiedere per loro la sospensione del processo e la messa alla prova.   
Redazione Web