Angelo Lisci il pittore dal passato tortuoso

Quando si recava alla Pinacoteca di Brera rimaneva estasiato davanti alle opere esposte. La sua biografia è ricca di avvenimenti storici. Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1945, il pittore va a Losanna in Svizzera, con la Croce Rossa Italiana. La decisione fu dei suoi genitori che dopo la grande guerra decisero di far continuare la scuola al figlio e, non avevendo  possibilità, lo mandarono ospite all’estero di una famiglia italiana. Da una permanenza prevista di tre mesi questa si prolungò a sette anni. La causa era la mancanza di mezzi di sostentamento nella sua famiglia d'origine e per la sua incerta salute dovuta alle privazioni nel periodo bellico. Durante la permanenza Svizzera ha frequentato assiduamente la pinacoteca dell'Universita di Losanna. Lì ha ha scoperto, ammirato, amato, studiato e copiato i maestri svizzeri e specialmente l'arte dell'800. Inizia così ad amare la pittura e apprezzare i grandi maestri dell’800. Ritornato in Italia inizia prima a lavorare come fattorino. «Inizialmente è stata dura  - spiega Angelo - perché  ho dovuto iniziare a imparare l’italiano da zero». Dopo qualche anno decide di aprire una società di abbigliamento insieme a un socio. Inizialmente andò tutto bene fino a che, durante una guerra, Israele bloccò tutte le esportazioni e loro dovettero vendere tutto. Riuscì a sposarsi e subito dopo ha trovato un lavoro in una boutique in San Babila. «Li iniziai a lavorare come commesso e andai in pensione – ha commentato il pittore - come direttore responsabile. Trentanni di duro lavoro. Ma durante tutto questo periodo non ho mai abbandonato la pittura. Appena avevo un pò di tempo lo dedicavo alla mia passione. Ora che sono in pensione mi dedico completamente alla pittura». Nel suo curriculum Angelo vanta esposizioni a Tokio e Los Angeles, ma anche il primo premio “Musso” al Museo della scienza e della tecnica di Milano. «Nel corso della mia carriera avrò vinto più di trenta premi – dichiara il pittore. Ora non partecipo più perché so di valere e non ho bisogno di dimostrarlo a nessuno». Ultimamente Angelo ha avuto anche una recensione dell’autorevole critico Sandro Serradifalco che di lui dice: «Abile conoscitore della tecnica pittorica Angelo Lisci si fa portavoce di una pittura figurativa tendente a stupire il nostro spirito d'osservazione attraverso intelligentissime composizioni d'insieme. Siamo dinanzi ad un valido autore. Sensibilmente propenso a donare un costrutto pittorico mai banalmente collegabile alla mera figurazione, piuttosto intriso da suadenti richiami agli aspetti lirici della natura umana».

Jennifer Marfia