Pietro Cattorini, del PD, l’ha sempre saputo: la politica è «una sorta di dovere appassionato, di desiderio di cura della mia comunità»

Quale professione svolge nella vita, oltre a quella di Consigliere comunale?
Lavoro a Milano, in una società di consulenza di direzione, dove mi occupo di Change Management.

Da cosa nasce la sua passione per la politica?
Me lo chiedo spesso anche io… È un richiamo che ho sempre sentito, una sorta di dovere appassionato, di desiderio di cura della mia comunità o qualcosa del genere.

Cosa ne pensa degli ultimi due risultati elettorali, ossia la vittoria di Pisapia alle elezioni amministrative milanesi e il sorprendente raggiungimento del quorum ai referendum?
Penso che siamo alla fine di un ciclo. La storia del nostro Paese è a un tornante importante e delicato. La gente è stanca di sentire urla e false promesse e chiede qualcosa di nuovo. È un sentimento difficile da interpretare, che richiede coraggio e senso di responsabilità.

Segrate è una città dotata di molti servizi. Quali iniziative vorrebbe proporre alla Giunta comunale per rendere la sua città sempre più “a misura di giovane”?
Tantissime cose. Innanzitutto, Segrate ha bisogno di collegamenti veloci e continui con Milano. Sono convinto che oggi, con Pisapia sindaco e un assessore come Maran alla Mobilità, si potrà aprire quel confronto con Milano che finora è mancato. È necessario anche un piano strutturale di aiuto agli oratori di Segrate, per non parlare delle aree dismesse, come la ferrovia, che potrebbero essere recuperate con insediamenti produttivi e poli di ricerca universitari.
Tra poche settimane, poi, andrà al voto in Consiglio una proposta che ho portato avanti personalmente, che prevede l’innesto di dieci nuovi punti Wi-Fi free a Segrate. Tutte cose importanti, che Segrate si merita.

Un personaggio politico a cui si ispira?
Di recente ho avuto il piacere di ascoltare Sergio Chiamparino. Una persona seria e affidabile, che ha avuto una visione innovativa del futuro di Torino. Ne sono rimasto molto affascinato.

Susanna Tosti