Il 10 Febbraio si celebra il “Giorno del Ricordo”, in memoria dei Martiri delle Foibe e degli esuli dal confine orientale d’Italia

Quella delle Foibe e dell’esodo è una ferita ancora aperta, vicende per troppo tempo dimenticate e silenziate e che solo nell’ultimo decennio sono tornate alla ribalta nazionale

Con l’approvazione della legge 30 marzo 2004, n. 92, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 86 del 13 aprile 2004, è stata istituita la commemorazione del “Giorno del Ricordo”, in memoria delle vittime delle Foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati. Quella delle Foibe e dell’esodo ê una ferita ancora aperta, vicende per troppo tempo dimenticate e silenziate e che solo nell’ultimo decennio sono tornate alla ribalta nazionale. In concomitanza con l’approvazione della legge, nel 2004 venne creato il Comitato 10 Febbraio, un’associazione che raccoglie soprattutto cittadini italiani che, pur non avendo un legame diretto o famigliare con le tragedie delle Foibe e dell’Esodo giuliano-dalmata, si accostano con particolare sensibilità a queste pagine di storia patria. Dal momento della fondazione a oggi, il Comitato 10 Febbraio ha incentivato e promosso la celebrazione del Giorno del Ricordo, ha ottenuto l’intitolazione di vie e piazze ai Martiri delle Foibe, ha contrastato sul piano culturale i maldestri tentativi di negare e minimizzare e financo giustificare, quanto accaduto al confine orientale della nostra Patria. Abbiamo rotto un muro di mafiosa omertà e pavidità che alligna in una classe politica senza spina dorsale e in sodalizi che fanno del negazionismo una delle loro attività principali. Avrete letto la recente polemica scaturita dopo la incredibile decisione della commissione sequestrata, seviziata, violentata e gettata ancora viva in una foiba dai partigiani di Tito. La sua è una vicenda emblematica dei drammi e delle sofferenze delle popolazioni italiane dell’Istria, della Venezia Giulia e della Dalmazia negli anni che vanno dal 1943 al 1945 e, in particolare, delle figlie di quelle terre, colpevoli soltanto di essere mogli, madri, sorelle o figlie di persone ritenute condannabili dal regime comunista solamente perché avrebbero potuto costituire l’ossatura di un’opposizione al suo criminale progetto espansionista e totalitario.
Comitato 10 Febbraio
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