Maddalena. Il mistero e l’immagine, ai Musei San Domenico di Forlì fino al 10 luglio 2022
Chi era Maria di Magdala, detta Maddalena? E quali i suoi rapporti con Cristo? E che cosa ha rappresentato da sempre per la Chiesa e per l’arte? Una serie di domande a cui cerca di rispondere questa straordinaria mostra con più di 200 opere

Chagall Marc (1887-1985). Nice, musÈe national Marc Chagall. DMBMC1990.1.9;AM1988-92.
21 aprile 2022

Tiziano, Santa Maria Maddalena;
Chi era Maria di Magdala, detta Maddalena? E quali i suoi
rapporti con Cristo? E che cosa ha rappresentato da sempre per la Chiesa e per
l’arte? Una serie di domande a cui cerca di rispondere questa straordinaria
mostra d’arte pittorica, scultorea e tessile con più di 200 opere che giungono
dai musei di tutta Europa e oltre. Si può dire che questa figura femminile è
molto emblematica, perché rappresenta l’autonomia e la devozione, l’amore
soprattutto nei confronti di un uomo/dio. Maddalena vissuta in un villaggio ai
bordi del lago di Tiberiade vede Gesù e abbandona tutto per seguirlo. La sua
famiglia pretendeva, come spesso accade tuttora, che sposasse un giovane prescelto
sulla base di convenzioni tradizionali. Una donna libera e volitiva, perciò tale
da incutere timore e da scatenare l’immaginario erotico, subito bollata come
donna dai facili costumi. Una donna forte serviva all’immaginario cristiano, come
lo erano state Antigone o Medea o Lisistrata per motivi diversi, dovuti ai
legami di sangue o all’amore tradito o all’atto d’amore come ricatto contro la
guerra. Solo che queste donne non sono addomesticate, nel senso che mantengono
come la prima Maddalena una natura selvaggia, ma non dopo il suo incontro con
il Messia. Qui c’è la conversione, la dedizione totale, l’atto di umiltà con il
lavaggio dei piedi e con l’assistenza ai piedi della croce, in qualche modo condividendo
il dolore e la sofferenza. Di tutto questo Cristo terrà conto quando apparirà
dapprima a lei dopo la Resurrezione. Ecco che Maddalena rappresenta il riscatto
dell’umanità dal peccato, quasi una doppia Eva che ha la possibilità come donna
di ascendere per i suoi servizi nei confronti del divino. Le immagini del
repertorio sono create nel corso dei secoli dagli artisti di ogni epoca che fissano
sulle tele o scolpiscono nel legno e nel marmo o tessono arazzi magnifici dove
è rappresentata l’immagine del Crocefisso
con Maddalena dolente o appartata mentre in ambienti remoti si strugge nel
pentimento. Solo che a tutt’oggi Maddalena resta confinata a un’immagine che si
duole ma non viene assunta tra i pastori della Chiesa, come meriterebbe. Una situazione
con cui la Chiesa prima o poi dovrà fare i conti. La mostra è esposta nei
poderosi Musei San Domenico, ricavati in un monastero realizzato nei primi
secoli dopo l’anno Mille e restaurati di recente. Concepita in fasi, la mostra
parte da lontano, dalla sensibilità ellenistico/romana che trova testimonianza
nelle figure sui crateri, vedi il vaso apulo del compianto di Meleagro morente,
o nei bassorilievi che rappresentano il tiaso di giovani donne bacchiche
invasate o nelle storie scolpite come nastri della vita del defunto sui sepolcri
conservati, per poi proseguire rinnovandosi nel corso dei secoli. Dal preumanesimo
al Rinascimento, al Seicento, all’Illuminismo, al Romanticismo e infine al Novecento.
Ogni epoca trova il modo di esprimere nella figura di Maddalena ora la
penitente, ora l’umile devota, ora la dolente compagna. Sempre mirrofora, con
al fianco il vaso di balsamo per cospargere il corpo oltraggiato di Cristo. Se
si confrontano le prime opere d’arte con quelle ultime di uno Chagall o di un
Guttuso, lì una Maddalena volante, qui una crocifissione che trova corrispondenza
nelle scene della Vucciria, il mercato rionale palermitano, si può osservare
con meraviglia il lungo percorso della sensibilità nell’arte che cambia con il
mutare delle condizioni e degli sviluppi umani in ogni campo. Maddalena è
sempre lì, a ricordare che c’è un tempo del peccato e uno della redenzione. Si
susseguono le opere di numerosi e famosi artisti. Per fare qualche nome:
Masaccio, Tiziano, Veronese, Tintoretto, Guercino, Canova, Hayez, Delacroix,
ecc. Di ogni epoca, di ogni latitudine per rendere omaggio a questa donna
divenuta apostola e compagna di Cristo e perciò redenta, cosa a cui noi tutti
aspiriamo. Il Catalogo di Silvana Editoriale racchiude tutto questo ben di Dio.
Forlì, Musei San Domenico, piazza Guido da Montefeltro, 27 marzo-10 luglio 2022.
Orari di visita: dal lunedì al venerdì 9,30-19,00; sabato, domenica e giorni
festivi 9,30-19,00. Informazioni e prenotazioni mostra: tel. 0543.36217, [email protected],
www.mostramaddalena.it
Paolo Rausa

Masaccio, Crocifissione
21 aprile 2022