Come affrontare il fenomeno del bullismo scolastico?

Oggi il bullismo a livello scolastico è interpretato, da chi lo pratica, come elemento distintivo, poiché è ritenuto, a torto, che il prepotente è colui che riceve sia rispetto sia ammirazione dal gruppo; il bullo, così, riesce a raggiungere il proprio obiettivo, ritenuto più importante dei mezzi impiegati per ottenerlo. Il bullismo non è un atteggiamento che improvvisamente nasce nell’individuo, ma è subordinato al contesto ambientale nel quale l’individuo cresce. I bambini imparano a comportarsi da bulli e lo imparano dai genitori, oppure dai loro fratelli o dai coetanei che frequentano o da altre figure adulte. Spesso un bambino sviluppa un'avversione o un'opinione negativa verso qualcuno o verso qualcosa perché ha sentito qualche commento negativo da altre persone. Senza voler colpevolizzare il corpo docente, spesso accade che un insegnante sia pronto a intervenire per separare i bambini che si picchiano, ma lo stesso insegnante tende molte volte a sottovalutare fenomeni più sottili di bullismo, come il fatto che alcuni alunni prendano sistematicamente in giro i compagni o affibbino loro nomignoli antipatici. La difficoltà a leggere la realtà dipende da una carenza di preparazione, da una mancanza di studio e analisi del problema. Le strutture scolastiche dovrebbero dotarsi, aiutate dalle amministrazioni locali, di un’organizzazione che pianifichi e informi sulle problematiche della gestione degli alunni e che dia strumenti in grado di prevenire situazioni anomale all’interno dei plessi scolastici. Perché senza un efficace intervento educativo i pregiudizi e gli atteggiamenti assimilati dal minore si consolidano e si trasmettono da una generazione all'altra. Come tutti gli strumenti gestiti dagli uomini, anch’essi sono strumenti imperfetti perché dipendono dalla sensibilità e dalla capacità degli individui, ma è sempre meglio essere in grado di gestire i processi che subirli, a volte passivamente. Un ulteriore elemento di analisi è il contesto mediatico, sempre più spesso, ormai utilizzato anche per vendere meglio il prodotto; si privilegiano, nelle trasmissioni televisive e nella carta stampata, non il ragionamento, la discussione ma l’aspetto esteriore, la lite, le contumelie, il pettegolezzo, creando così nei soggetti più deboli, tipicamente i giovani, modelli di riferimento che mal si sposano con le normali dinamiche relazionali proprie della loro età e instaurando, di fatto, comportamenti come l’indifferenza, l’egoismo e anche il bullismo. Elemento fondamentale, al fine di ridurre il fenomeno, risulta essere l’ambito famigliare: è in quel contesto che vanno ridimensionati e valorizzati i corretti rapporti relazionali.

“Il vento è sempre favorevole per chi sa dove andare” - Seneca